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Coronavirus, il mondo dopo il Covid visto da Delhi


Il nostro Direttore dialoga con l'Ambasciatore italiano in India. Quali scenari geopolitici si prefigurano dopo il Covid-19? Come si riassesteranno i rapporti tra Usa, Europa e giganti asiatici?

 

Fin da subito, l'India ha adottato misure di lockdown completo (ora prolungato fino al 4 maggio). Oggi i casi sono 13.700, i deceduti sono 457. Si tratta di un dato molto basso rispetto alla popolazione indiana. I primi casi sono stati cittadini italiani.

Rimangono in attività alcuni settori strategici, quello alimentare, farmaceutico e medicale. L'India è un grande esportatore soprattutto di paracetamolo.

Nel Paese ci sono oltre 680 imprese italiane: al momento, hanno problemi relativi alla liquidità e all'accesso al credito. L'ambasciata mantiene con loro un contatto quotidiano tramite webinar. Altri problemi riguardano lo sdoganamento.

Scenari geopolitici

L'India sta reagendo al Covid-19 rilanciando una prospettiva di collaborazione internazionale e di dimensione multilaterale. Nel 2022 assumerà anche la presidenza del G20 (dopo quella italiana).

La crisi sta riproponendo il tema di una governance globale e l'importanza delle organizzazioni internazionali. La chiusura entro le frontiere nazionali non risolve il problema epidemico, nè tantomeno gli squilibri mondiali. Pensiamo all'azione per il clima.

La Cina può rivedere alcuni aspetti delle sue politiche, come l'intensità dello sviluppo agro-industriale e gli allevamenti non sostenibili. Ma questo è un tema che riguarda tutti: ogni Paese deve giungere a un modello di sviluppo che sia sostenibile e compatibile con un equilibrio tra uomo e ambiente, uomo e animali.

L'Europa, in tal senso, è vista come un modello per l'India. Le scuse di Ursula von der Leyen dimostrano che serve maggiore solidarietà e cooperazione per superare ogni forma di nazionalismo e provincialismo. In Europa ci sono tutte le capacità per far fronte alle sfide, ma non bisogna perdere tempo.

Per costruire risposte credibili alla crisi attuale serve il consenso non solo dei 5 Paesi del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma anche di altri players mondiali. Dal G20 può venire un contributo al rafforzamento del sistema Nazioni Unite e del multilateralismo in generale.

 

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