Usa, Canada e Norvegia cooperano con l’Ue per la Difesa
L'Ue ha autorizzato la partecipazione di Usa, Canada e Norvegia a un progetto militare allargato per migliorare la sicurezza europea in caso di conflitto con la Russia
L’Ue ha autorizzato la partecipazione di Usa, Canada e Norvegia a un progetto militare allargato per migliorare la sicurezza europea in caso di conflitto con la Russia
L’Unione europea ha autorizzato la partecipazione di Stati Uniti, Canada e Norvegia a un grande progetto sulla mobilità militare coordinato dai Paesi Bassi. La notizia è importante per tre ragioni. In primo luogo, perché non era mai successo che degli Stati esterni all’organizzazione prendessero parte alla PESCO (Permanent Structured Cooperation), una piattaforma lanciata nel 2017 che ha lo scopo di velocizzare il dispiegamento e la circolazione – anche aerea e marittima – di truppe e mezzi militari sul territorio dell’Unione.
Il nuovo approccio dell’amministrazione Biden
La rilevanza dell’annuncio, inoltre, sta nel fatto che ribadisce il cambio di approccio della nuova amministrazione americana nei confronti del Vecchio continente. Gli Stati Uniti – così come il Canada e la Norvegia – fanno parte della Nato assieme a gran parte dell’Europa e sono gli alleati di riferimento di quest’ultima; o addirittura i guardiani, se si parla di sicurezza. Sotto l’ex Presidente Donald Trump avevano però fatto parecchie pressioni sugli europei per indurli ad aumentare le spese per la difesa comune, creando più di qualche tensione e rafforzando in Bruxelles l’aspirazione a una “autonomia strategica”.
Joe Biden, al contrario, punta molto sul coordinamento e sul recupero dei rapporti con i partner storici, senza per questo rinunciare a opporsi a quelle iniziative contrarie agli interessi americani: il gasdotto Nord Stream 2 tra Germania e Russia, ad esempio; oppure l’accordo sugli investimenti tra Unione europea e Cina.
Il Ministro della Difesa del Portogallo, João Gomes Cravinho, ha detto che è “molto positivo” che gli Stati Uniti si uniscano alla PESCO invece di definirla “negativa per gli interessi della Nato”: l’amministrazione Trump aveva infatti espresso delle perplessità sul progetto di mobilità militare europeo.
Infrastrutture da aggiornare
In ultimo, la notizia è importante perché la collaborazione tra Bruxelles, Washington, Ottawa e Oslo potrebbe portare a un rafforzamento delle capacità militari dei Paesi europei e ridurne i tempi di mobilitazione nel caso in cui dovesse scoppiare una crisi o un conflitto con la Russia.
Attualmente sul territorio europeo sono presenti oltre 70mila militari statunitensi: sono lì principalmente per esercitare una funzione di deterrenza verso Mosca e per rassicurare la Polonia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, che guardano con preoccupazione alla possibilità di un’aggressione russa. Il Canada guida un gruppo tattico della Nato di stanza in Lettonia.
Il dispiegamento delle forze militari in Europa è tuttavia complicato dallo stato delle infrastrutture, che richiedono un aggiornamento: le strade e i ponti spesso non consentono il passaggio dei mezzi pesanti, le piste di atterraggio non sono sempre sufficientemente lunghe per l’atterraggio degli aerei da guerra, i porti sono troppo poco profondi per far attraccare alcuni tipi di navi.
L’Unione europea ha destinato agli interventi di agevolazione della mobilità militare una somma di 1,7 miliardi di euro dal suo bilancio pluriennale. Nonostante le attuali limitazioni pratiche, la Ministra della Difesa della Germania Annegret Kramp-Karrenbauerpensa comunque che la partecipazione di America, Canada e Norvegia al progetto PESCO rappresenti “un salto quantico in termini di cooperazione concreta”.
L’Ue ha autorizzato la partecipazione di Usa, Canada e Norvegia a un progetto militare allargato per migliorare la sicurezza europea in caso di conflitto con la Russia
L’Unione europea ha autorizzato la partecipazione di Stati Uniti, Canada e Norvegia a un grande progetto sulla mobilità militare coordinato dai Paesi Bassi. La notizia è importante per tre ragioni. In primo luogo, perché non era mai successo che degli Stati esterni all’organizzazione prendessero parte alla PESCO (Permanent Structured Cooperation), una piattaforma lanciata nel 2017 che ha lo scopo di velocizzare il dispiegamento e la circolazione – anche aerea e marittima – di truppe e mezzi militari sul territorio dell’Unione.
Il nuovo approccio dell’amministrazione Biden
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