Senza la dottrina Mitterrand, finiscono gli anni di piombo
L'estradizione dei terroristi che vivevano sotto lo scudo del Governo francese da decenni fa calare il sipario su una stagione durata ormai mezzo secolo che ha visto 362 morti e 4.490 feriti
L’estradizione dei terroristi che vivevano sotto lo scudo del Governo francese da decenni fa calare il sipario su una stagione durata ormai mezzo secolo che ha visto 362 morti e 4.490 feriti
Soldati francesi pattugliano vicino alla cattedrale di Strasburgo, Francia, 21 novembre 2016. REUTERS/Vincent Kessler
Tra i tanti danni (certo non il peggiore) della pandemia c’è anche la cancellazione del senso della storia che stiamo vivendo. Eravamo troppo distratti ad affrontare la pandemia, mentre la settimana scorsa, dopo l’accordo tra il Governo francese e quello italiano, calava il sipario sugli anni di piombo, quel periodo nato dopo il 12 dicembre 1969 e il primo omicidio politico del Dopoguerra, quello del commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972.
Sette imputati italiani di atti di terrorismo negli anni ‘70 e ‘80 sono stati arrestati a Parigi su richiesta dell’Italia, altri due – Luigi Bergamin e Raffaele Ventura – si sono costituiti mentre un altro è ancora infuga braccato dalla polizia francese. Non si tratta di giustizia tardiva, piuttosto della fine di un periodo della nostra storia, quello degli attentati e delle “stragi di Stato”, che ha mietuto 362 morti e causato 4.490 feriti. Certamente ci sono ancora altri latitanti sparsi nel mondo. Ma il grosso si concentrava in Francia, sotto lo scudo della cosiddetta “dottrina Mitterrand”.
La enunciò lo stesso Presidente francese il primo febbraio 1985 al Palais des sports di Rennes, in Bretagna. Il Governo francese – dichiarò – non avrebbe concesso l’estradizione a tutti coloro che erano accusati di reati politici senza però essersi macchiati di “atti di natura violenta” commettendo un terrorismo “sanguinario, attivo, reale”. Il paradosso di quella che è passata alla storia come dottrina è già in queste parole, poiché il terrorismo è quasi sempre un atto di natura violenta, sanguinaria, attiva, reale. Inoltre sotto l’ombrello di protezione del Governo francese vi furono centinaia di terroristi o ex terroristi, e del mucchio fece parte anche chi aveva una o più condanne all’ergastolo, come Cesare Battisti. Fecero tutti la loro vita dorata di esuli all’ombra dell’Eliseo, senza particolari problemi, a parte qualche nostalgia per il Paese natio e forse qualche senso di colpa.
Ma perché il Presidente francese adottò un provvedimento così odioso? Si dice che dietro la sua decisione ci fosse l’umanesimo cristiano e la richiesta di pietà autentica dell’Abbè Pierre. Ma l’Abbè Pierre non confermò mai questa tesi. Altri hanno citato la volontà “pacificatrice” e “mediatrice” del Partito socialista europeo che anche in Italia con Craxi aveva manifestato un atteggiamento dialogante con i reduci della sinistra extraparlamentare. Altri ancora hanno giudicato la dottrina funzionale all’utilizzo dei rifugiati da parte dei servizi segreti francesi per avere informazioni e proteggere il Paese da infiltrazioni terroristiche.
Mitterrand era sostenuto da molti maitres à penser che vedevano nella mancata estradizione una politica garantista, insinuando che in Italia i rifugiati sarebbero stati sottoposti a una giustizia non conforme a uno Stato di diritto, insomma il solito malcelato senso di superiorità nei confronti dell’Italia, Il Paese che il diritto lo aveva inventato e non ha nulla da imparare. Fatto sta che nel 2003 il Consiglio di Stato di Parigi, in occasione dell’estradizione di uno dei latitanti, dichiarò la presunta dottrina Mitterrand priva di qualunque fondamento giuridico. Alla fine il fiume carsico della giustizia ha raggiunto anche gli epigoni di una stagione che possiamo consegnare agli storici.
L’estradizione dei terroristi che vivevano sotto lo scudo del Governo francese da decenni fa calare il sipario su una stagione durata ormai mezzo secolo che ha visto 362 morti e 4.490 feriti
Tra i tanti danni (certo non il peggiore) della pandemia c’è anche la cancellazione del senso della storia che stiamo vivendo. Eravamo troppo distratti ad affrontare la pandemia, mentre la settimana scorsa, dopo l’accordo tra il Governo francese e quello italiano, calava il sipario sugli anni di piombo, quel periodo nato dopo il 12 dicembre 1969 e il primo omicidio politico del Dopoguerra, quello del commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972.
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