Non solo Berlino non invierà armamenti a Kiev per un eventuale conflitto armato contro la Russia, ma sta anche impedendo all’Estonia di farlo. Per Mosca, questo rifiuto potrebbe rappresentare l’ennesimo segno di divisione dell’Occidente
La Germania non invierà armamenti all’Ucraina, che da mesi è coinvolta in una crisi con la Russia che potrebbe sfociare in un conflitto militare. La Ministra della Difesa tedesca Christine Lambrecht ha detto che Kiev riceverà da Berlino, a febbraio, un ospedale da campo e l’addestramento necessario, ma niente strumenti bellici. La Ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha aggiunto che il Paese non criticherà però quei Governi che forniranno armi all’Ucraina, come il Regno Unito, la Polonia e gli Stati Uniti.
In realtà, la Germania sta impedendo all’Estonia – alleata e membro della Nato – di passare a Kiev parte della propria artiglieria di origine tedesca. Si tratta, nello specifico, di obici D-30, con bocca da fuoco di 122 mm e gittata di venti chilometri circa. I D-30 sono obici (un’arma da fuoco simile a un cannone o a un mortaio) di fabbricazione sovietica, stanziati nella ex Germania dell’Est durante la Guerra fredda e poi negli anni Novanta, a seguito della riunificazione, esportati da Berlino in Finlandia. Da qui, nel 2009, sono arrivati in Estonia. Le forze armate ucraine li ritengono necessari per aumentare la deterrenza nei confronti della Russia, ed eventualmente rispondere a un attacco. Ma la Germania non intende concedere l’autorizzazione all’esportazione.
Il Governo tedesco giustifica la sua decisione con la postura pacifista della nazione, richiamandosi al passato recente: le responsabilità nello scoppio della Seconda guerra mondiale, cioè, e le violenze commesse dai nazisti nell’Europa orientale. La linea della Germania è opposta a quella degli Stati Uniti, che proprio nei giorni scorsi hanno autorizzato l’Estonia, la Lettonia e la Lituania a inviare armi di fabbricazione americana all’Ucraina: ovvero missili anticarro Javelin (nel caso di Tallinn) e missili antiaereo Stinger (nel caso delle altre due repubbliche baltiche).
Il Governo estone sta continuando a cercare di convincere Berlino ad approvare le forniture militari. Intanto, sta dando sostegno cibernetico alle forze armate dell’Ucraina, che di recente ha subito un attacco informatico da parte dei russi, oltre a mandare un ospedale da campo.
Come nota il Wall Street Journal, i D-30 estoni non cambierebbero le sorti di un’eventuale guerra tra Russia e Ucraina. Ma il rifiuto tedesco potrebbe venire letto dal Cremlino come l’ennesimo segno di divisione dell’Occidente: i membri della Nato e dell’Unione europea non percepiscono Mosca tutti allo stesso modo e non concordano sulle misure da adottare per contenerla. Le resistenze di Berlino si spiegano con la profonda dipendenza energetica dalla Russia.
Non solo Berlino non invierà armamenti a Kiev per un eventuale conflitto armato contro la Russia, ma sta anche impedendo all’Estonia di farlo. Per Mosca, questo rifiuto potrebbe rappresentare l’ennesimo segno di divisione dell’Occidente