Il vero protagonista del libro, Miguel Desvern, non compare mai tra le pagine di questo romanzo dal sapore noire, se non attraverso le scelte che ha compiuto in vita.
Miguel è stato assassinato da un mendicante durante un afoso pomeriggio madrileno, senza alcuna apparente ragione. Quello che lascia sulla terra sono i legami con la moglie, i figli e il suo più caro amico.
Sarà un’attenta osservatrice a ricomporre le fila della sua vita e a fare luce sulle relazioni che Miguel intesseva con ciascuno dei superstiti, indagando sulle verità, apparenti e oscure, del tragico omicidio che lo ha sottratto ai suoi legami.
Cosa insegna questo romanzo di Marías?
Che le nostre origini sono il motivo per cui siamo ciò che siamo. Non è utile interrogarsi su ciò che sarebbe stata la nostra vita se non si fosse verificato quell’evento: saremmo un’altra persona di cui non conosceremmo neanche l’identità.
In un certo senso, per quanto un determinato avvenimento della vita ci risulti odioso, fastidioso e raccapricciante, rinunciarvi non sarebbe possibile perché equivarrebbe a negare sé stessi. I fatti, seppur tragici, ci condizionano, ci definiscono e ci caratterizzano.
L’autore ci rivela come talvolta il dolore per la fine di un “innamoramento” conduce l’essere umano a valicare la dissoluzione delle cose, attraverso un nuovo innamoramento: quello per la vita.
Il vero protagonista del libro, Miguel Desvern, non compare mai tra le pagine di questo romanzo dal sapore noire, se non attraverso le scelte che ha compiuto in vita.