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La Groenlandia, il nuovo crocevia geopolitico


I ghiacci sempre più sottili hanno reso accessibile, in questa enorme isola quasi deserta, una preziosa e abbondante concentrazione di materie prime, incluse terre rare

I ghiacci sempre più sottili hanno reso accessibile, in questa enorme isola quasi deserta, una preziosa e abbondante concentrazione di materie prime, incluse terre rare

C’è un posto nel mondo di cui non si parla quasi mai. Eppure è di là che passerà buona parte della geopolitica dei prossimi anni. Stiamo parlando della Groenlandia, isola enorme e quasi deserta (56mila persone per una superficie di quasi dieci volte l’Italia) ricchissima di materie prime, quasi completamente ricoperta da ghiacci in via di rapido (e, a questo punto, difficilmente reversibile) scioglimento. È lì, verso quel lembo di terra fredda e piena di neve e ghiaccio, che per anni è stato nelle mappe solo di esploratori e scienziati, che ora punta la barra del timone della politica, dell’economia, degli interessi militari delle più importanti potenze del mondo: la Russia, candidata a essere egemone nella rotta nautica dell’Artico che si aprirà da qui a pochi anni, gli Stati Uniti che lì hanno basi militari, la Cina che punta a essere riconosciuta come Paese Artico ponendo nell’area le basi di enormi impianti minerari.

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