A Hong Kong arriva la legge sulla sicurezza nazionale, al via la campagna di Xi Jinping "Piatti puliti" contro gli sprechi alimentari, il dibattito sulla riforma della giustizia
A Hong Kong arriva la legge sulla sicurezza nazionale, al via la campagna di Xi Jinping “Piatti puliti” contro gli sprechi alimentari, il dibattito sulla riforma della giustizia
Hong Kong: arriva la legge sulla sicurezza nazionale
Pechino ha introdotto a Hong Kong una legge sulla sicurezza nazionale dagli ampi poteri, che modifica profondamente l’assetto legale e politico della ex Colonia britannica. Dopo una lunga tensione politica, esplosa lo scorso anno con le proteste iniziate a seguito di una proposta di legge sull’estradizione da Hong Kong verso la Cina, Pechino ha voluto vedersela con Hong Kong tramite una legge liberticida, che introduce di forza il sistema legale opaco della Cina comunista in una giurisdizione che segue i principi prevedibili propri della Common Law. La legge è stata scritta e approvata a Pechino, senza dare alle autorità di Hong Kong il tempo di leggerla. Dalle prime settimane dell’introduzione della legge dei manifestanti sono stati arrestati, e potrebbero ora essere processati in Cina a porte chiuse, senza accesso ad assistenza legale. La legge, che prevede fino all’ergastolo per i crimini di tradimento, secessione, sovversione e collusione con forze estere, ha portato molti residenti di Hong Kong a cancellare i loro account sui social media, mentre altri hanno chiesto asilo all’estero. In risposta alla durezza di questa legge, gli Usa hanno imposto sanzioni contro 11 alti funzionari di Hong Kong, e molti Paesi hanno sospeso l’estradizione con l’ex Colonia britannica. Sotto la nuova legge sono stati arrestati anche Jimmy Lai, l’editore del quotidiano pro-democrazia Apple Daily, 72 anni, e Agnes Chow, 23, una delle attiviste pro-democrazia più in vista. Le biblioteche e le scuole hanno eliminato dagli scaffali alcuni libri politici, diversi attivisti pro-democrazia non potranno candidarsi alle elezioni, e Pechino ha aperto a Hong Kong delle agenzie per la sicurezza nazionale. Viste le restrizioni dovute alla pandemia, non sono state possibile manifestazioni di protesta contro la legge.
Voto: 0 in condotta a Pechino. La libertà di pensiero non si negozia con niente, nemmeno con il progresso economico…
Europa e Usa bloccano Huawei, già predominante in Africa
Mentre gli Stati Uniti e molti Paesi europei ostacolano il gigante delle telecomunicazioni cinese Huawei, in particolare sulla tecnologia 5G, l’Africa è già troppo dipendente dalla tecnologia cinese per allontanarsene. Circa il 70% della tecnologia 4G in Africa è di marca Huawei, rendendo del tutto improbabile un cambiamento di rotta ora che il continente si affaccia al 5G. Gli Usa hanno proibito alle aziende che utilizzano tecnologia di cinque gruppi cinesi di partecipare a gare statunitensi – un tipo di sanzione che avrà un impatto molto limitato sulle aziende africane, poco presenti in Usa. Ma il 5G è già a targa Huawei in Sudafrica e in Uganda, e il Kenya, la Zambia e il Cameroon hanno detto di voler fare altrettanto, mentre il Senegal, il Sudafrica e il Kenya utilizzano telecamere di sorveglianza Hikvision (un’altra azienda cinese sanzionata). La guerra economica fra Usa e Cina non risparmia dunque il continente africano.
Voto: 5 agli Usa. Nutriamo forti dubbi sulla giustezza di una guerra commerciale, che andrebbe invece combattuta con la ricerca e l’innovazione. La difesa ad oltranza è sempre perdente, nel lungo periodo…
No agli sprechi alimentari
In agosto, la Cina ha lanciato una nuova campagna contro gli sprechi alimentari chiamata Piatti puliti, annunciata dal Presidente e Segretario del Partito Xi Jinping, e messa in atto quasi immediatamente in tutto il Paese. Le motivazioni per la campagna non sono interamente chiare: se da una parte il Governo di Xi ha fin dagli inizi promosso una maggiore frugalità, in particolar modo fra i quadri di partito, gli effetti della pandemia e il perdurare del maltempo (inondazioni al sud e siccità nel nord-ovest) hanno reso urgente un utilizzo razionale delle risorse alimentari. La Cina infatti, secondo le statistiche ufficiali, ha importato nei primi sei mesi di quest’anno più grano di quanto non abbia fatto negli ultimi dieci anni. La campagna Piatti puliti ha portato le autorità regionali a raccomandare che i gruppi che si recano nei ristoranti ordinino un piatto in meno del numero dei commensali (in Cina i piatti ordinati sono messi in mezzo al tavolo e condivisi). La campagna ha anche preso di mira i popolarissimi video blogger che si filmano mentre mangiano quantità impressionanti di cibo, e che contano diversi milioni di fan, criticati per incoraggiare sprechi e abitudini malsane. La nuova campagna sembra essere stata accolta relativamente bene dalla popolazione, malgrado una certa inquietudine rispetto al diminuire delle scorte alimentari nazionali, e all’aumentare significativo dei prezzi (più 13% rispetto allo scorso anno) dei beni alimentari.
Voto: 6 alle autorità cinesi. Gli sprechi alimentari sono un tema da affrontare non solo in Cina.
Dibattito sulle riforme legali
Zhang Yuhuan, di 53 anni, è uscito di prigione a metà agosto dopo 26 anni dietro le sbarre per l’omicidio di due ragazzi nel 1993. Zhang è stato condannato alla pena di morte, incriminato da due sue confessioni. Dopo la condanna, la madre di Zhang e la sua ex moglie sono riuscite a ottenere un appello, dove Zhang ha potuto dare prova di sei giorni di torture, nel corso dei quali era anche stato fatto mordere dai cani della polizia, morsi dei quali porta ancora le cicatrici. La corte dello Jiangxi lo ha rilasciato per insufficienza di prove. L’impatto emotivo del caso ha portato i social media cinesi e la stampa ufficiale a dare ampio spazio alla vicenda. Per non incorrere nella censura, i post e gli articoli si rifanno tutti all’appello del Presidente Xi Jinping di riformare la giustizia, rafforzando il sistema legale e riducendo gli errori giudiziari.
Voto: 1 allo Stato cinese. Noi di eastwest preferiamo le difficoltà di gestione della criminalità privata a uno Stato spesso criminale…
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di settembre/ottobre di eastwest.
Hong Kong: arriva la legge sulla sicurezza nazionale
Pechino ha introdotto a Hong Kong una legge sulla sicurezza nazionale dagli ampi poteri, che modifica profondamente l’assetto legale e politico della ex Colonia britannica. Dopo una lunga tensione politica, esplosa lo scorso anno con le proteste iniziate a seguito di una proposta di legge sull’estradizione da Hong Kong verso la Cina, Pechino ha voluto vedersela con Hong Kong tramite una legge liberticida, che introduce di forza il sistema legale opaco della Cina comunista in una giurisdizione che segue i principi prevedibili propri della Common Law. La legge è stata scritta e approvata a Pechino, senza dare alle autorità di Hong Kong il tempo di leggerla. Dalle prime settimane dell’introduzione della legge dei manifestanti sono stati arrestati, e potrebbero ora essere processati in Cina a porte chiuse, senza accesso ad assistenza legale. La legge, che prevede fino all’ergastolo per i crimini di tradimento, secessione, sovversione e collusione con forze estere, ha portato molti residenti di Hong Kong a cancellare i loro account sui social media, mentre altri hanno chiesto asilo all’estero. In risposta alla durezza di questa legge, gli Usa hanno imposto sanzioni contro 11 alti funzionari di Hong Kong, e molti Paesi hanno sospeso l’estradizione con l’ex Colonia britannica. Sotto la nuova legge sono stati arrestati anche Jimmy Lai, l’editore del quotidiano pro-democrazia Apple Daily, 72 anni, e Agnes Chow, 23, una delle attiviste pro-democrazia più in vista. Le biblioteche e le scuole hanno eliminato dagli scaffali alcuni libri politici, diversi attivisti pro-democrazia non potranno candidarsi alle elezioni, e Pechino ha aperto a Hong Kong delle agenzie per la sicurezza nazionale. Viste le restrizioni dovute alla pandemia, non sono state possibile manifestazioni di protesta contro la legge.
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