IL DOVERE DI UN CAPITANO Richard Phillips, Rizzoli, 2013, pp.324
L’avvincente romanzo di Richard Phillips lascia pochissimo spazio per l’immaginazione.
Essenzialmente perché racconta una storia vera. Anzi, la sua storia. Quella di un Capitano tenace, schietto, a tratti cocciuto, ma sempre in grado di affrontare senza tentennamenti qualsiasi minaccia, qualsiasi imprevisto. Consapevole del fatto che è questo che ci si aspetta da un “vero” marinaio. Il dovere di un Capitano aiuta a rivivere sensazioni e stati d’animo di una flotta, quella della nave americana Maersk Alabama, nel momento in cui viene attaccata da una banda di pirati somali, l’8 aprile 2009, mentre navigava a 200 miglia dalla costa del Corno d’Africa.
Descrive l’effetto di paura e stordimento sui comportamenti umani, quali dinamiche spingono chi viene attaccato a reagire anche quando sa di non avere strumenti sufficienti per difendersi, e soprattutto i pensieri di un Capitano d’altri tempi che senza esitazione alcuna si offre come ostaggio per salvare il suo equipaggio. Pur nella loro crudezza, quelle che descrivono i cinque giorni che separano il momento della cattura da quello del salvataggio sono pagine mozzafiato, ma contengono dettagli su minacce, percosse ed esecuzioni difficili da dimenticare.