Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte lascia il Senato, a Roma, 20 maggio 2020. REUTERS/Remo Casilli
India: resta la priorità per le imprese italiane nel 2020 ma niente missioni. Il lockdown ha costretto a ripiegare su webinar e roadshow virtuali
Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte lascia il Senato, a Roma, 20 maggio 2020. REUTERS/Remo Casilli
L’emergenza sanitaria sta rivoluzionando anche i meccanismi di funzionamento della promozione all’estero del Sistema Paese e dell’internazionalizzazione delle nostre aziende. Il primo banco di prova per la nuova era digitale anche sul fronte della promozione sarà l’India, Paese che la cabina di regia istituita presso la Farnesina ha considerato prioritario per il 2020 con un fitto programma di eventi e di missioni di sistema. Ma il lockdownha costretto a ripiegare sugli strumenti da remoto: webinar, road show virtuali, videoconferenze. “La nostra è la prima ambasciata italiana all’estero interamente digitale”, spiega l’ambasciatore italiano a New Delhi Vincenzo De Luca.
L’obiettivo è utilizzare questi nuovi strumenti per favorire i contatti tra le imprese per incrementare le opportunità per le nostre imprese. De Luca ricorda due webinar già organizzati con il gruppo Cdp e il lavoro fatto insieme ad Ice e Camera di Commercio per individuare i soggetti indiani che possono beneficiare degli strumenti Sace.
L’interesse da parte delle aziende italiane verso il Paese è confermato anche dal Presidente di Simest, Pasquale Salzano, che ha organizzato uno dei due webinar al quale hanno preso parte oltre mille imprese interessate a utilizzare per i Paesi prioritari, tra i quali l’India, i nuovi strumenti per l’internazionalizzazione della legge 394 rifinanziata recentemente con 600 milioni di euro.
Il premier indiano Narendra Modi ha avuto pochi giorni fa un colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sul tavolo la comune lotta al Covid-19 e il passaggio di testimone della presidenza del G20 che l’Italia avrà per tutto il 2021 e l’India per il 2022. Ma si è discusso anche di come incrementare i rapporti economici e commerciali, ormai archiviato definitivamente il problema spinoso dei marò. Modi ha presentato l’India come destinazione molto attrattiva per gli investimenti diretti dall’estero e per la partecipazione a gare e appalti pubblici, un sistema aperto, a differenza di quello cinese. C’è interesse da parte di Fs, Saipem, Mermec e Italfer per l’ammodernamento della rete ferroviaria indiana mentre Leonardo è attiva nel Paese e non solo per le tecnologie e forniture militari ma anche per quelle civili.
L’emergenza sanitaria e ora il tifone Amphan rappresentano però un duro colpo all’economia indiana e secondo alcuni osservatori, la stima di crescita all’1.9% prospettata un mese fa dal Fondo monetario internazionale per il 2020, sarebbe troppo ottimistica. Restano però tutte in piedi le complementarietà esistenti tra l’India, che è la seconda manifattura dell’Asia, e l’Italia che è la seconda manifattura europea.
Sul fronte delle imprese italiane che hanno stabilimenti in India (Ferrero, Fiat, Enel, Piaggio) molti impianti sono stati costretti dal lockdown a ridurre o a interrompere completamente le attività produttive e si prevedono perdite consistenti. Molte ditte italiane si stanno infatti rivolgendo al fiorente mercato dell’e-commerce. Ferrero, che prima della crisi vendeva online solo il 2% dei prodotti in India, si è posta come obiettivo di aumentare notevolmente questo meccanismo di vendita.
Per quanto riguarda l’interscambio, l’Italia è il quinto Paese europeo per export dopo Germania, Belgio, Gran Bretagna e Francia. Nel 2019 l’interscambio tra Italia e India è stato pari a 9,1 miliardi di euro con un export di 4 miliardi di euro (+1% rispetto all’anno precedente) e un import pari a 5,1 miliardi di euro (-6,9%). La tendenza del periodo 2016-2019 è al rialzo con l’export cresciuto complessivamente del 22,2%. Una buona base di partenza per aumentare la nostra quota di mercato nel subcontinente indiano.
Guarda l’intervista del Direttore Giuseppe Scognamiglio all’ambasciatore Vincenzo De Luca.
L’emergenza sanitaria sta rivoluzionando anche i meccanismi di funzionamento della promozione all’estero del Sistema Paese e dell’internazionalizzazione delle nostre aziende. Il primo banco di prova per la nuova era digitale anche sul fronte della promozione sarà l’India, Paese che la cabina di regia istituita presso la Farnesina ha considerato prioritario per il 2020 con un fitto programma di eventi e di missioni di sistema. Ma il lockdownha costretto a ripiegare sugli strumenti da remoto: webinar, road show virtuali, videoconferenze. “La nostra è la prima ambasciata italiana all’estero interamente digitale”, spiega l’ambasciatore italiano a New Delhi Vincenzo De Luca.
L’obiettivo è utilizzare questi nuovi strumenti per favorire i contatti tra le imprese per incrementare le opportunità per le nostre imprese. De Luca ricorda due webinar già organizzati con il gruppo Cdp e il lavoro fatto insieme ad Ice e Camera di Commercio per individuare i soggetti indiani che possono beneficiare degli strumenti Sace.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica