Sono due le possibili spiegazioni dell'affondamento della nave iraniana Kharg e dell'incendio della raffineria di petrolio che rifornisce Teheran: incidente o sabotaggio
Sono due le possibili spiegazioni dell’affondamento della nave iraniana Kharg e dell’incendio della raffineria di petrolio che rifornisce Teheran: incidente o sabotaggio
Mercoledì scorso la nave più grande della marina iraniana è affondata nei pressi del porto di Jask per via di un incendio che non si è riusciti a domare e che ha provocato ferite a una trentina di membri dell’equipaggio. Nello stesso giorno ha preso fuoco anche una raffineria di petrolio che rifornisce Teheran, la capitale, e i pompieri stanno ugualmente avendo difficoltà a contenere le fiamme. In entrambi i casi non sono chiare le cause, e le autorità non hanno fornito spiegazioni ufficiali.
Incidente o sabotaggio?
Ci sono due possibili spiegazioni ai due incendi, come aveva fatto notare già Daniele Raineri sul Foglio: la prima è che si tratti di incidenti dovuti al pessimo stato delle infrastrutture e dei mezzi militari dell’Iran; la seconda è che si tratti invece di atti di sabotaggio, compiuti probabilmente da Israele. Lo stesso dubbio si era presentato quasi un anno fa, quando una successione di fuochi ed esplosioni in diverse parti del Paese – anche nell’impianto di produzione missilistica di Khojir e nel sito nucleare di Natanz – erano stati collegati alla “guerra ombra” fra Teheran e Tel Aviv, fatta appunto di attacchi e di azioni di disturbo da entrambe le parti.
La mano esterna non può essere esclusa, almeno per ora. Ma il fatto che le due serie di eventi si siano verificate all’incirca nello stesso periodo dell’anno è forse un indizio a favore della causa interna, stagionale, almeno per l’incendio nella raffineria. In estate le temperature si alzano – mercoledì a Teheran c’erano 40 gradi Celsius – e il rischio di fuochi è maggiore, specialmente se le condizioni delle strutture sono pessime. Prima di quello di Tondgooyan Petrochemical, sono tanti gli impianti di lavorazione del greggio a essere finiti avvolti dalle fiamme a causa del caldo estivo.
Quanto alla nave Kharg, sembra che l’incendio che ha portato al suo affondamento nel golfo di Oman sia partito dalla sala macchine. Il mezzo era rientrato in servizio tre anni fa dopo essere passato per una lunga fase di lavori e di aggiornamento del sistema di caldaia. La Kharg, di costruzione britannica, risale infatti al 1977, prima della rivoluzione islamica che ha reso più difficile per l’Iran accedere ai componenti necessari alle riparazioni e all’ammodernamento del proprio arsenale da guerra.
Le condizioni dell’arsenale iraniano
Gli incidenti, anche mortali, legati all’obsolescenza dei veicoli delle forze armate iraniane sono tutt’altro che rari. Solo questo martedì due piloti sono morti per un malfunzionamento dei seggiolini eiettabili di un vecchio caccia F-5 (anch’esso di epoca pre-rivoluzione), che li ha espulsi mentre l’aereo si trovava parcheggiato nell’hangar. L’anno scorso un missile ha colpito per errore una nave nei pressi di Jask durante un’esercitazione militare, uccidendo diciannove soldati.
L’affondamento della Kharg, lunga 207 metri, è una grossa perdita per l’Iran. Di recente il Paese ha convertito una petroliera dalle dimensioni maggiori, chiamata Makran, per farne una piattaforma di lancio per gli elicotteri. Anche la Kharg lo permetteva, benché su scala ridotta; possedeva tuttavia il vantaggio non indifferente di poter essere impiegata per il rifornimento delle altre navi in mare. La Kharg veniva inoltre utilizzata su lunghe tratte, fino al Mediterraneo e all’Asia meridionale, e garantiva a Teheran un’ampia capacità di proiezione marittima.
Cosa pensa Israele dell’Iran
Che Israele possa essere intervenuto per danneggiare le capacità militari dell’Iran non è affatto impossibile, considerata l’ostilità tra i due Paesi e il fatto che Tel Aviv considera il programma nucleare iraniano una minaccia alla propria esistenza.
Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha detto recentemente – in occasione della nomina di David Barnea a nuovo capo del Mossad, l’agenzia di intelligence nazionale – che Israele preferirebbe rovinare i rapporti con gli Stati Uniti, gli alleati principali, piuttosto che permettere all’Iran di armarsi con una bomba nucleare. La dichiarazione è stata criticata anche dal suo stesso Governo; Barnea però condivide questa linea durissima verso Teheran (non è una sorpresa).
Lunedì scorso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite ha fatto sapere di non aver potuto accedere ai dati dell’Iran sull’arricchimento dell’uranio – un processo necessario per l’ottenimento dell’arma atomica – dallo scorso 23 febbraio. La purezza ha raggiunto un livello del 60%, molto superiore a quella consentita per il nucleare civile (circa 3%).
Da settimane si tengono a Vienna dei colloqui internazionali per ripristinare il JCPoA, l’accordo sul nucleare del 2015 abbandonato unilateralmente dagli Stati Uniti di Donald Trump e in seguito violato nei termini dall’Iran.
Sono due le possibili spiegazioni dell’affondamento della nave iraniana Kharg e dell’incendio della raffineria di petrolio che rifornisce Teheran: incidente o sabotaggio
Mercoledì scorso la nave più grande della marina iraniana è affondata nei pressi del porto di Jask per via di un incendio che non si è riusciti a domare e che ha provocato ferite a una trentina di membri dell’equipaggio. Nello stesso giorno ha preso fuoco anche una raffineria di petrolio che rifornisce Teheran, la capitale, e i pompieri stanno ugualmente avendo difficoltà a contenere le fiamme. In entrambi i casi non sono chiare le cause, e le autorità non hanno fornito spiegazioni ufficiali.
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