Il Vice Presidente della Commissione Šefčovič a Belfast con il Pm irlandese Varadkar e il Segretario britannico Heaton-Harris. La mossa nell’ambito delle tensioni post Brexit e sullo status della nazione. Tensioni sull’amnistia per i Troubles
Lo status dell’Irlanda del Nord, i problemi nati all’indomani dell’accordo post Brexit tra Regno Unito e Unione Europea, gli spettri del tragico passato e i travagliati troubles. Non c’è pace definitiva per lo spicchio di territorio britannico sull’isola irlandese, che ancora fa i conti con una situazione da sempre vero e proprio rebus, con connotati di carattere non solo locale ma internazionale. Si parla nuovamente, e con preoccupazione, di Irlanda del Nord perché scende in campo direttamente la Commissione Europea che, attraverso il Vice Presidente Maroš Šefčovič, annuncia un piano per il supporto alla riconciliazione, mettendo a disposizione più di un miliardo di euro attraverso il nuovo fondo di aiuto Peace Plus.
È dei giorni scorsi la notizia che la polizia locale ha requisito strumentazioni di livello militare ed equipaggiamento bellico: per gli inquirenti, l’obiettivo era l’assassinio di funzionari delle forze dell’ordine. Un monito preoccupante per una nazione in balia degli eventi politici, dove un cambiamento alla situazione di confine potrebbe riportare nella tragedia l’intera comunità di abitanti. Una realtà drammatica che rischia ciclicamente di ripresentarsi in tutta la sua forza, con il Governo di Londra incauto nelle decisioni e nelle mosse politiche verso la regione.
L’ultima diatriba riguarda la legge amnistia ribattezzata The Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Bill che prevede l’immunità — limitata secondo le norme approvate la scorsa settimana, nonostante la veemente opposizione di tutti i partiti politici nord irlandesi e delle associazioni delle vittime dei troubles — per alcuni dei responsabili dei crimini commessi nell’arco di circa 30 anni di conflitto, e che blocca possibili nuove azioni legali. La questione è complessa tanto che la Repubblica d’Irlanda, con Dublino capitale, ha portato il Regno Unito in giudizio presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Di questo parleranno il Primo Ministro Leo Varadkar, Taoiseach dell’Irlanda e Chris Heaton-Harris, Segretario britannico per l’Irlanda del Nord, a margine della presentazione del progetto europeo per la riconciliazione. La legge votata a Westminster è potenzialmente un nuovo motivo di forte discussione tra Bruxelles e Londra, solo pochi mesi dopo i chiarimenti sul protocollo per l’Irlanda del Nord arrivati con il Windsor Framework concordato tra il Primo Ministro Rishi Sunak e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Con le nuove norme, sono stati approvati tre regolamenti che Consiglio e Parlamento Europeo hanno votato con una procedura accelerata, riguardanti prodotti agroalimentari, piante, animali da compagnia, medicinali, prodotti in acciaio.
Le problematiche verificatesi nate nella fase post Brexit si sono acuite dopo le modifiche unilaterali al Protocollo sull’Irlanda del Nord volute dall’ex Pm Boris Johnson. I Conservatori non accettano la presenza nord irlandese all’interno del single market europeo. Ma “le nuove norme — spiega la Commissione Ue — renderanno notevolmente più facile il trasferimento di una gamma di merci dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord a destinazione del consumatore finale. Al tempo stesso saranno introdotte garanzie per impedire che tali merci entrino nel mercato unico dell’Ue e per garantire la tutela della sanità pubblica, della salute degli animali e delle piante, nonché degli interessi dei consumatori nell’Ue”.
In gioco c’è letteralmente la pace in Irlanda del Nord, mediata con difficoltà da più parti, Stati Uniti compresi. Dopo la Brexit, si è parlato a più riprese di un trattato commerciale tra Washington e Londra, fermato proprio per via dell’uscita del Regno Unito dall’Ue visti i timori sulla stabilità della pace nella regione. Joe Biden, di origini irlandesi, è impegnato affinché si mantenga vivo l’Accordo del Venerdì Santo, Good Friday Agreement, che ha garantito la fine della lotta armata tra unionisti e repubblicani.
Un cambiamento agli agreement post Brexit per l’Irlanda del Nord rischia di inficiare direttamente gli accordi del 1998, che hanno visto la diplomazia Usa attiva nel giungere ad una positiva conclusione. L’amministrazione statunitense darà nuovo impulso al free trade agreement tra le due sponde dell’Oceano Atlantico solo se il Regno Unito sarà capace di gestire la situazione. Per ora, i tempi non sono ancora maturi.
Lo status dell’Irlanda del Nord, i problemi nati all’indomani dell’accordo post Brexit tra Regno Unito e Unione Europea, gli spettri del tragico passato e i travagliati troubles. Non c’è pace definitiva per lo spicchio di territorio britannico sull’isola irlandese, che ancora fa i conti con una situazione da sempre vero e proprio rebus, con connotati di carattere non solo locale ma internazionale. Si parla nuovamente, e con preoccupazione, di Irlanda del Nord perché scende in campo direttamente la Commissione Europea che, attraverso il Vice Presidente Maroš Šefčovič, annuncia un piano per il supporto alla riconciliazione, mettendo a disposizione più di un miliardo di euro attraverso il nuovo fondo di aiuto Peace Plus.
È dei giorni scorsi la notizia che la polizia locale ha requisito strumentazioni di livello militare ed equipaggiamento bellico: per gli inquirenti, l’obiettivo era l’assassinio di funzionari delle forze dell’ordine. Un monito preoccupante per una nazione in balia degli eventi politici, dove un cambiamento alla situazione di confine potrebbe riportare nella tragedia l’intera comunità di abitanti. Una realtà drammatica che rischia ciclicamente di ripresentarsi in tutta la sua forza, con il Governo di Londra incauto nelle decisioni e nelle mosse politiche verso la regione.