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Irlanda del Nord: l’Ue stanzia un miliardo di euro per la riconciliazione


Il Vice Presidente della Commissione Šefčovič a Belfast con il Pm irlandese Varadkar e il Segretario britannico Heaton-Harris. La mossa nell’ambito delle tensioni post Brexit e sullo status della nazione. Tensioni sull’amnistia per i Troubles

Lo status dell’Irlanda del Nord, i problemi nati all’indomani dell’accordo post Brexit tra Regno Unito e Unione Europea, gli spettri del tragico passato e i travagliati troubles. Non c’è pace definitiva per lo spicchio di territorio britannico sull’isola irlandese, che ancora fa i conti con una situazione da sempre vero e proprio rebus, con connotati di carattere non solo locale ma internazionale. Si parla nuovamente, e con preoccupazione, di Irlanda del Nord perché scende in campo direttamente la Commissione Europea che, attraverso il Vice Presidente Maroš Šefčovič, annuncia un piano per il supporto alla riconciliazione, mettendo a disposizione più di un miliardo di euro attraverso il nuovo fondo di aiuto Peace Plus.

È dei giorni scorsi la notizia che la polizia locale ha requisito strumentazioni di livello militare ed equipaggiamento bellico: per gli inquirenti, l’obiettivo era l’assassinio di funzionari delle forze dell’ordine. Un monito preoccupante per una nazione in balia degli eventi politici, dove un cambiamento alla situazione di confine potrebbe riportare nella tragedia l’intera comunità di abitanti. Una realtà drammatica che rischia ciclicamente di ripresentarsi in tutta la sua forza, con il Governo di Londra incauto nelle decisioni e nelle mosse politiche verso la regione.

L’ultima diatriba riguarda la legge amnistia ribattezzata The Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Bill che prevede l’immunità — limitata secondo le norme approvate la scorsa settimana, nonostante la veemente opposizione di tutti i partiti politici nord irlandesi e delle associazioni delle vittime dei troubles — per alcuni dei responsabili dei crimini commessi nell’arco di circa 30 anni di conflitto, e che blocca possibili nuove azioni legali. La questione è complessa tanto che la Repubblica d’Irlanda, con Dublino capitale, ha portato il Regno Unito in giudizio presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

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