Mentre la guerra continua ad infuriare nella Striscia di Gaza, è sempre più complicata e confusa la situazione politica nei territori palestinesi. Per il 90% dei Palestinesi, Mahmoud Abbas, Abu Mazen, deve lasciare il suo posto.
Un sondaggio condotto sia in Cisgiordania che a Gaza, tra il 22 novembre e il 2 dicembre, dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (PSR), il Centro palestinese per la politica e le ricerche di mercato, ha evidenziato che l’anziano presidente palestinese non ha più neanche il minimo consenso.
Per garantire la sicurezza dei ricercatori e degli intervistatori, i sondaggi con i residenti di Gaza sono stati condotti durante i sette giorni di cessate il fuoco. Sono state ascoltati 1231 adulti, di cui 750 sono stati intervistati faccia a faccia in Cisgiordania e 481 nella Striscia di Gaza.
Mentre cala clamorosamente il sostegno ad Abbas, di contro aumenta quello ad Hamas che, per il 57% degli intervistati a Gaza e l’82% in Cisgiordania, ha fatto bene ad attaccare Israele lo scorso 7 ottobre. Solo il 10% degli intervistati ha affermato che Hamas ha compiuto crimini di guerra. Per un’ampia maggioranza, Hamas ha agito per difendere la moschea di Al Aqsa a Gerusalemme e ottenere il rilascio dei prigionieri palestinesi.
Dunque questi risultati evidenziano una ulteriore delegittimazione della Autorità Nazionale palestinese, accusata di non prendere una posizione decisa contro Israele da un lato e di non essere capace di gestire negoziati credibili per una soluzione del conflitto israelo-palestinese, dall’altro.
Sempre stando al sondaggio, nel complesso, l’88% vuole che Abbas si dimetta, in aumento di 10 punti percentuali rispetto a soli tre mesi fa, prima della guerra. L’autorità nazionale palestinese viene definita incapace e corrotta. Allo stesso tempo, il 44% in Cisgiordania dichiara di sostenere Hamas, rispetto al 12% di settembre. All’interno della Striscia di Gaza, il gruppo terroristico gode del 42% di sostegno, rispetto al 38% di tre mesi fa.
Per la maggior parte di coloro che sono stati sentiti, inoltre, Israele non riuscirà a sradicare Hamas, né a provocare una seconda Nakba palestinese, né ad espellere i residenti della Striscia di Gaza. Un’ampia maggioranza ritiene addirittura che Hamas uscirà vittorioso da questa guerra e che riprenderà il controllo della Striscia di Gaza dopo la guerra.
I risultati indicano anche una significativa opposizione allo spiegamento di una forza di sicurezza araba nella Striscia di Gaza, anche se il suo scopo fosse quello di fornire sostegno all’Autorità Palestinese.
E si è parlato anche di rapporti con gli Stati Uniti e con gli altri paesi occidentali, accusati di non impegnarsi seriamente per una soluzione a due stati e di ignorare la necessità del sostegno umanitario alla gente di Gaza. La maggior parte dei palestinesi intervistati affermano di essere insoddisfatti della posizione di Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia, Nazioni Unite e persino della Russia in questa guerra.
Inoltre, la stragrande maggioranza è insoddisfatta anche dei comportamenti di alcuni paesi arabi come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Giordania, mentre la percentuale di soddisfazione verso la Turchia e l’Iran è piuttosto alta.
La maggioranza afferma infine di essere soddisfatta del comportamento di Yemen, Qatar e Hezbollah. E tutto questo, crea ulteriori preoccupazioni a Netanyahu, oltre a legittimare, in un certo senso, la sua ostinazione verso la guerra.
Un sondaggio condotto sia in Cisgiordania che a Gaza, tra il 22 novembre e il 2 dicembre, dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (PSR), il Centro palestinese per la politica e le ricerche di mercato, ha evidenziato che l’anziano presidente palestinese non ha più neanche il minimo consenso.
Per garantire la sicurezza dei ricercatori e degli intervistatori, i sondaggi con i residenti di Gaza sono stati condotti durante i sette giorni di cessate il fuoco. Sono state ascoltati 1231 adulti, di cui 750 sono stati intervistati faccia a faccia in Cisgiordania e 481 nella Striscia di Gaza.