L’allerta è massima e c’è chi dice che, di fatto, la guerra tra il paese ebraico e quello dei cedri è già in corso. Il timore tuttavia resta quello di un’escalation sempre maggiore che possa ampliare il conflitto a livello regionale.
Incombe sempre di più il rischio dello scoppio di una guerra tra Israele e il Libano, per l’offensiva di Hezbollah. Il confine tra i due paesi è caldissimo. Dallo scoppio della guerra a Gaza, la milizia sciita del paese dei cedri, sostenuta da Teheran, non ha mai smesso di colpire Israele dalle sue basi libanesi e siriane che, in risposta, ha messo nel mirino basi del gruppo in tutti i paesi limitrofi e responsabili.
Israele si è spinto fino a Beirut, dove ha ucciso un alto esponente di Hamas, ma ha portato attacchi soprattutto nella regione di Baalbek. Di contro, il movimento sciita risponde con continue raffiche di missili inviati verso Israele, in particolare verso la regione della Galilea, anche con l’uso di droni. Due di questi, il mese scorso, uccisero un militare italo-israeliano.
L’allerta è massima e c’è chi dice che, di fatto, la guerra tra il paese ebraico e quello dei cedri è già in corso. Il timore tuttavia resta quello di un’escalation sempre maggiore che possa ampliare il conflitto a livello regionale. L’attacco potrebbe essere imminente tanto più dopo che l’esercito israeliano ha fatto sapere che i piani operativi sono stati già approvati.
Non è dunque da escludere che Israele possa cominciare a breve a spostare sempre più sue truppe a nord in previsione di un conflitto più esteso e strutturato. Ma quello che in molti si chiedono è se per Israele sia sostenibile gestire in contemporanea due fronti, quello con il Libano e quello, ancora apertissimo, con Gaza, oltre al fatto che Hezbollah conta su molti più armamenti di Hamas.
L’ipotesi della fine della guerra con il gruppo di Gaza appare molto lontana. Nessun accordo è stato raggiunto, senza contare che il premier Netanyahu ha ribadito, per l’ennesima volta, che senza aver riportato a casa tutti gli ostaggi (vivi o morti che siano) e distrutto Hamas, a casa non si va.
Intanto però le intenzioni di Hezbollah appaiono particolarmente bellicose. Il suo capo, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che “nessun luogo in Israele sarà risparmiato in caso di guerra totale” e ha minacciato anche Cipro se aprirà i suoi aeroporti a Israele. “Aprire gli aeroporti e le basi cipriote al nemico israeliano per colpire il Libano significherebbe che il governo cipriota è parte della guerra e la resistenza lo affronterà come parte della guerra”, ha minacciato il leader sciita. Israele deve aspettarsi “di vederci per terra, per mare e per aria”, ha detto.
Minacce reciproche, se si pensa che poco prima era stato il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, a dichiarare che in caso di guerra, Hezbollah sarebbe stato distrutto totalmente.
La guerra, però, non è nel mirino di nessuno. Ognuno degli attori in gioco sa che la posta è molto alta, anche in considerazione del fatto che gli stessi Usa potrebbero entrare in gioco se l’Iran si facesse sentire o l’Unione Europea e di nuovo gli americani, in caso di un attacco a Cipro come minacciato da Hezbollah. E’ più probabile che si continui con la ”bassa intensità” o attacchi mirati per tenere alta la tensione.
L’ipotesi di una guerra tra Israele ed Hezbollah preoccupa non poco gli Stati Uniti che hanno mandato un loro inviato, Amos Hochstein (lo stesso che già nel 2002 era intervenuto in una mediazione sui confini marittimi tra Israele e Libano) nella regione. Hochstein, che si è recato prima in Israele per poi spostarsi in Libano, ha cercato di far passare, per entrambi i paesi, un messaggio chiaro, circa la necessità di non andare oltre e anzi di compiere una de-escalation. Sembra anche, secondo quanto riportano alcune fonti di stampa, che Hochstein avrebbe informato il Libano della opportunità di una soluzione diplomatica in quanto Israele potrebbe lanciare un attacco limitato e mirato anche con l’appoggio degli Stati Uniti.
Il messaggio è: “Non fare nulla nel Nord – ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller – non vogliamo affatto vedere un’escalation nel Nord, lo abbiamo chiarito direttamente al governo israeliano”.
Hezbollah intanto nei giorni scorsi ha pubblicato un video di circa 10 minuti preso da uno dei suoi droni da ricognizione che sorvolavano il nord di Israele, compreso il porto di Haifa. Una chiara minaccia contro il paese ebraico.
Incombe sempre di più il rischio dello scoppio di una guerra tra Israele e il Libano, per l’offensiva di Hezbollah. Il confine tra i due paesi è caldissimo. Dallo scoppio della guerra a Gaza, la milizia sciita del paese dei cedri, sostenuta da Teheran, non ha mai smesso di colpire Israele dalle sue basi libanesi e siriane che, in risposta, ha messo nel mirino basi del gruppo in tutti i paesi limitrofi e responsabili.
Israele si è spinto fino a Beirut, dove ha ucciso un alto esponente di Hamas, ma ha portato attacchi soprattutto nella regione di Baalbek. Di contro, il movimento sciita risponde con continue raffiche di missili inviati verso Israele, in particolare verso la regione della Galilea, anche con l’uso di droni. Due di questi, il mese scorso, uccisero un militare italo-israeliano.