Protagonista del dibattito mondiale sui cambiamenti climatici, l’attivista svedese Greta Thunberg compie 17 anni oggi
Eastwest esce il 3 Gennaio, il giorno del compleanno di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese alla quale abbiamo dedicato la copertina della nostra rivista.
Greta è il personaggio dell’anno. Negli ultimi dodici mesi ha fatto discutere il mondo: i suoi “Venerdì per il futuro”, nati ad agosto 2018, quando decise di non presentarsi più a scuola, chiedendo ai Governi di occuparsi più seriamente del riscaldamento globale, sono diventati un appuntamento per i giovani di tutto il mondo.
Greta è riuscita a essere protagonista del dibattito mondiale sui cambiamenti climatici sovvertendone le regole: “È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui di fronte a voi. Dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite tutti da me per avere speranza?”. Queste parole, sferzanti, pronunciate davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite a settembre scorso, sono l’emblema del fenomeno Greta. Non più il leader adulto, sicuro e forte, ma il leader fragile, carico di passione e di disagio.
Dopo che la studentessa svedese è stata nominata dalla rivista Time persona dell’anno (ma i nostri lettori avevano già votato!), Donald Trump ha commentato: “È ridicolo. Greta dovrebbe lavorare sul suo problema di controllo della rabbia e poi andare a vedere un buon film con un amico!”. Davide contro Golia.
Noi troviamo invece ridicolo che il Presidente Usa se la prenda con una ragazzina, ignorando una richiesta di intervento che non può restare inascoltata. Molti criticano Greta da un altro versante, pretendendo addirittura soluzioni, che devono invece rimanere in capo alla politica.
I tanti giudizi sprezzanti verso questa ragazza coraggiosa hanno una connotazione elitaria, di chi guarda il fenomeno dall’alto, incapace di capire che invece ci riguarda e che l’attivismo – soprattutto quando si esprime in forme democratiche, di qualunque età, sesso e colore – merita una riflessione seria e una risposta ponderata, che non può che venire dalla politica.
Il discorso che l’ha resa famosa fuori dai confini svedesi è quello di Katowice, in Polonia, in occasione della ventiquattresima Conferenza delle Parti sul Clima (Cop24). Era il 4 dicembre del 2018 e davanti a una platea di adulti, Greta Thunberg si presentò: “Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia… Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini, probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire”.
Ma quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo assistito a una mobilitazione di giovanissimi così internazionale, che ha travalicato i confini a macchia d’olio, con messaggi così alti sulla salvezza del nostro futuro? Forse nel ‘68…
Non possiamo accusare i nostri figli allo stesso tempo di disinteresse qualunquistico e di partecipazione incompetente.
Le Nazioni Unite – alle quali possiamo riconoscere la patente di Governo obiettivo del mondo, almeno dal punto di vista scientifico – spiegano da tempo che la principale causa dei cambiamenti climatici, che ci condurrà “in soli dieci anni a un punto di non ritorno” (recente dichiarazione pubblica del Segretario Generale dell’Onu Guterres), è il progressivo aumento di particelle di diossido di carbonio nell’atmosfera che, dalla Rivoluzione Industriale a oggi (cioè da quando bruciamo idrocarburi), sono aumentate di quasi il 50%, dopo secoli di stabilità…
Abbiamo bisogno di altre prove?
@GiuScognamiglio
Questo articolo è la prima pagina del nuovo numero di gennaio/febbraio di eastwest.
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Protagonista del dibattito mondiale sui cambiamenti climatici, l’attivista svedese Greta Thunberg compie 17 anni oggi