La gatta è un romanzo breve pubblicato nel 1933 a puntate sul settimanale Marianne e successivamente in versione integrale da una casa editrice parigina.
Sidonie-Gabrielle Colette lo scrisse perché amava i gatti, a tal punto da dedicargli il titolo di questo libro.
È un testo che sembra scritto per il teatro. Dell’opera teatrale ha molte caratteristiche: il linguaggio evocativo, i dialoghi accattivanti, i pochi ambienti.
La storia descritta è quella di un menàge familiare dell’alta società francese in cui il giovane e nobile decaduto Alain sposa la ricca e borghese Camille.
La storia del matrimonio tra Alain e Camille è un vero e proprio triangolo amoroso: tra i due c’è Saha, una bellissima gatta certosina dai riflessi argentei di cui Camille è gelosissima.
Perché? Perché Saha non è solamente un animale, ma incarna un tipo di donna. Complice, desiderabile e fedele, Saha ottiene senza mai chiedere ad Alain. Incede tra le rose dei giardini come in un ballo, ondeggiando sinuosa per il suo padrone. Alain lo sa e interpreta le necessità della gatta, consapevole di poter essere l’unico a comprenderla e a proteggerla.
Ma la gatta è anche un legame con il passato ovattato di Alain che, capriccioso e immaturo, non vuole scambiare quell’immagine perfetta di sé con un presente fastidioso: il matrimonio.
Sidonie-Gabrielle Colette lo scrisse perché amava i gatti, a tal punto da dedicargli il titolo di questo libro.