Le seconde presidenziali libere e democratiche nella storia del Paese. A ottobre è previsto il secondo turno
Si sono svolte ieri le affollatissime elezioni presidenziali in Tunisia, le seconde della storia del Paese dopo la rivolta del 2011 e la fine del Governo del Presidente Ben Ali.
Dal 2014, la Tunisia è stata governata da una coalizione formata da Ennahda, il partito di matrice islamica e costola politica della Fratellanza Musulmana, e Nidaa Tounes, la forza di Governo espressione dell’ex Presidente Beji Caid Essebsi scomparso a luglio scorso.
Nella caotica campagna elettorale di queste settimane (più di 90 le candidature proposte in origine), tre nomi dell’establishment e due outsider hanno cercato di convogliare le molteplici anime del Paese:
a. Youssef Chahed, premier uscente sostenuto dal nuovo partito di orientamento laico Tahya Tounes;
b. il liberale Abdelkarim Zbidi, ex Ministro della Difesa;
c. Abir Moussi (una delle due candidate donna) esponente del Parti destourien libre, legato all’eredità di Ben Ali e Abdelfattah Mourou, Presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo e candidato di Ennahda;
d. a scompaginare le carte Nabil Karoui, da alcuni soprannominato il “Berlusconi tunisino”, l’imprenditore del settore media a capo di Nessma TV, che ha condotto la sua campagna elettorale dal carcere, dopo che il 23 agosto scorso (mentre era in cima ai sondaggi), è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio e frode fiscale. Insieme a lui il semisconosciuto giurista Kais Saied che ha puntato tutto su una propaganda conservatrice (sì alla pena di morte, no all’omosessualità) e populista.
Se gli exit poll verranno confermati ( Saied 19, 5 – Karoui 15,5) saranno proprio gli ultimi due candidati anti-establishment, ad andare al ballottaggio. Il secondo turno è previsto per ottobre. In un Paese schiacciato da una grave crisi economica e da profonde diseguaglianze sociali, difficile eredità di decenni di dittatura, sarà fondamentale il ruolo del nuovo Presidente, che dovrà rassicurare i tunisini sulla possibilità concreta che migliorino le loro condizioni di vita, dopo aver assaporato il gusto della democrazia e della libertà di espressione. E noi Europei abbiamo un’enorme responsabilità nel sostenere l’unica primavera araba di successo, finora.
@GiuScognamiglio
Le seconde presidenziali libere e democratiche nella storia del Paese. A ottobre è previsto il secondo turno
Dal 2014, la Tunisia è stata governata da una coalizione formata da Ennahda, il partito di matrice islamica e costola politica della Fratellanza Musulmana, e Nidaa Tounes, la forza di Governo espressione dell’ex Presidente Beji Caid Essebsi scomparso a luglio scorso.