Sale la tensione tra Arabia Saudita e Iran

Per Trump e Riad, Teheran è responsabile degli attacchi ai siti di estrazione Aramco, ma gli Houthi avvertono: ce ne saranno altri

L’attacco con i droni avvenuto nei giorni scorsi sugli impianti di estrazione petrolifera Aramco sono stati oggetto di un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove Stati Uniti e Gran Bretagna non si sono trovati, al momento, concordi sui responsabili. Il principale accusato è l’Iran, che nega ogni coinvolgimento nell’azione militare e definisce “avventate” le parole espresse, su tutti, dal Presidente Donald Trump. Il leader dei Repubblicani, in un tweet, afferma che gli iraniani mentono come nel caso del drone statunitense abbattuto dalla contraerea di Teheran lo scorso giugno.

All’Onu, Washington — tramite l’ambasciatore Kelly Craft — sostiene che non esistono prove che l’attacco sia arrivato dallo Yemen, dove Houthi e sauditi si fronteggiano in una guerra civile iniziata nel 2015. Cauti i britannici, che affermano di voler comprendere fino in fondo le reali condizioni dell’attacco. Intanto, proprio gli Houthi minacciano di nuovi raid il Regno dei Saud.

Secondo indiscrezioni, ci vorrebbero diversi mesi per ripristinare la completa estrazione petrolifera dai siti colpiti. Ma l’economia mondiale è in fibrillazione: il 5% delle riserve petrolifere esistenti sarebbe andato distrutto con l’attacco rivendicato dagli Houthi, con il prezzo del petrolio in forte ascesa. Nella giornata di ieri, il Brent ha toccato un +20%, per poi chiudere al +12%. Anche il petrolio statunitense ha raggiunto un +11%.

Israele, dove oggi si terrà una delle tornate elettorali più difficili della sua storia, si dice pronto a ogni circostanza. Intervistato dalla radio dell’esercito, Benjamin Netanyahu ha detto: “Mi sto prendendo cura della sicurezza del Paese a 360 gradi, vi assicuro che siamo pronti.”

@melonimatteo