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AGORÀ TALKS PRESENTA: La Turchia di Erdoğan, di Valentina Rita Scotti


Nonostante la pioggia torrenziale, sabato 19 novembre Valentina Rita Scotti ha presentato il libro La Turchia di Erdoğan

Sabato 19 novembre ospite dell’Agorà Valentina Rita Scotti, docente di Diritto Pubblico Comparato presso la ELGS della European Public Law Organization in Grecia e componente del Center for Gender Studies (Koç-Kam) nella Law School della Koç University di Istanbul, con il suo libro La Turchia di Erdoğan, edito da Il Mulino. Al dibattito hanno preso parte Valeria Giannotta, esperta in Turkish Politics, direttore dell’Osservatorio Turchia del CESPI e Giuseppe Scognamiglio direttore di eastwest.

“Il punto di vista è quello appassionato di una studiosa di questo Paese da circa vent’anni, dove vivo e lavoro. Il mio sguardo è anche quello di una giurista che ha osservato le dinamiche politiche e istituzionali turche prendendo in esame l’evoluzione dell’ordinamento giuridico turco nel ventennio in cui la Turchia è stata governata dall’AKP, sotto la leadership di Erdoğan” introduce Valentina Rita Scotti.

Secondo Valeria Giannotta il libro ”è lo sguardo di un’esperta che rende fluide al lettore questioni molto complesse, spesso cariche di pregiudizi o di visioni molto parziali”. L’autrice racconta la storia di un Paese spiegando le linee di frattura e di continuità tra la Turchia odierna e il passato ottomano e kemalista, guardando le dinamiche interne e internazionali, suggerendo anche scenari futuri, le elezioni del 2023, per esempio, anno in cui si celebra il primo centenario della Repubblica. Quali sono le previsioni?

Le opposizioni al partito del Presidente si stanno organizzando per sovvertire l’ordine costituito oramai da vent’anni attraverso il cosiddetto tavolo dei sei, un gruppo molto variegato che riunisce da un lato l’opposizione storica, il CHP il partito kemalista, e altri partiti nati in parte da diaspore dello stesso AKP. Da un lato ci potrebbe essere una riconferma dell’AKP con l'ulteriore supporto alla costruzione della “nuova Turchia” che Erdoğan immagina, e dall’altro un’alternanza con un’opposizione le cui capacità di guidare una Turchia verso una transizione sono ancora molto dibattute. Il centenario giocherà un ruolo importante perché utilizzato dai partiti tradizionali nella retorica della campagna elettorale. Se Erdoğan vincesse, la sua sarebbe una vittoria epocale dando alla Turchia un rinnovato slancio alla revisione dei principi su cui questa repubblica si fonda e che l’AKP porta avanti sin dalle prime elezioni del 2002.

Nel dibattito sono intervenuti anche l’Ambasciatore turco alla Santa Sede Lütfullah Göktaş e l’ex Ambasciatore italiano ad Ankara Carlo Marsili confermando entrambi la complessità dell’analisi e la difficoltà a prevedere se l’era Erdoğan stia per finire o per prolungarsi incredibilmente oltre il ventennio.

 

 

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