Il capo dell’intelligence Usa nel Paese nord africano per questioni di sicurezza energetica e anti-terrorismo dopo la consegna da parte delle autorità locali dell’agente libico Al-Marimi accusato della strage di Lockerbie
Quando il Direttore della Cia si reca in visita in uno stato straniero è sempre per motivi estremamente importanti e non può che far notizia il viaggio di William Burns in Libia, Paese ancora nel caos dalla caduta di Mu’ammar Gheddafi, avvenuta nel 2011. Il capo dell’agenzia d’intelligence statunitense ha incontrato sia il Primo Ministro Hamid Dbeibah che il Generale Khalifa Haftar, che ancora non cede alle istanze unitarie in arrivo dalla Tripolitania, mantenendo forte il controllo sulla Cirenaica, la parte est del Paese.
La Libia non ha ancora pace, con i numerosi tentativi di svolgere le elezioni generali letteralmente andati in fumo. La visita di Burns potrebbe segnare uno spartiacque importante sul piano della sicurezza energetica ma anche dal punto di vista delle relazioni con gli Stati Uniti, che hanno trovato terreno fertile alla collaborazione sull’estradizione di Abu Agila Mohammad Mas’ud Kheir Al-Marimi, ex agente dell’intelligence libica accusato di aver costruito la bomba esplosa nel 1988 sul volo della Pan Am nei pressi di Lockerbie.
Lo scorso mese di novembre, infatti, l’uomo — sul quale pendeva una richiesta di estradizione da parte dell’Interpol e che ha già scontato 10 anni nelle carceri del suo Paese per crimini commessi come funzionario di Gheddafi — è stato trasferito negli Usa con la collaborazione delle autorità libiche della Tripolitania, in un chiaro segno di apertura al dialogo con le autorità internazionali da parte di Dbeibah. “È diventato imperativo per noi cooperare su questi dossier per il bene della Libia, per i nostri interessi e la stabilità del Paese”, commentò a dicembre il Primo Ministro in diretta tv. “L’estradizione è legale e questo Governo ha semplicemente agito cooperando con il framework giuridico internazionale per la consegna del cittadino accusato”.
La questione ha causato importanti dibattiti nel Paese, con Fathi Bashaga, Primo Ministro designato dal Parlamento con sede a Tobruk, che ha definito la detenzione di Mas’ud illegale, chiedendone l’immediato rilascio. Secondo Bashagha, non essendoci un accordo di estradizione con Washington, non esisterebbero obblighi di consegna dell’uomo. Fonti anonime del Dipartimento di Stato interpellate da Associated Press parlano di trasferimento legale, culmine di anni di cooperazione con le autorità libiche, quelle di Tripoli riconosciute dalla comunità internazionale. Ciononostante, il Procuratore capo libico ha aperto un’indagine dopo le pressioni della famiglia Mas’ud.
Il viaggio del Direttore della Cia avrebbe avuto come obiettivo non solo le discussioni sull’estradizione di altri funzionari legati a Gheddafi, ma anche quello di fare pressing sulle autorità del Paese per la stabilizzazione della produzione petrolifera. Gli Stati Uniti si sono definiti preoccupati per la presenza della Russia nel Paese, in supporto alla Cirenaica di Haftar insieme a Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, e per l’instabilità che la Libia, membro Opec, può causare nel quadro dell’approvvigionamento petrolifero globale. La presenza di Burns nella nazione è significativa e può rappresentare un cambio di approccio statunitense verso l’ex Giamahiria, che da oltre 10 anni vive una situazione caotica e di difficile soluzione.
Quando il Direttore della Cia si reca in visita in uno stato straniero è sempre per motivi estremamente importanti e non può che far notizia il viaggio di William Burns in Libia, Paese ancora nel caos dalla caduta di Mu’ammar Gheddafi, avvenuta nel 2011. Il capo dell’agenzia d’intelligence statunitense ha incontrato sia il Primo Ministro Hamid Dbeibah che il Generale Khalifa Haftar, che ancora non cede alle istanze unitarie in arrivo dalla Tripolitania, mantenendo forte il controllo sulla Cirenaica, la parte est del Paese.
La Libia non ha ancora pace, con i numerosi tentativi di svolgere le elezioni generali letteralmente andati in fumo. La visita di Burns potrebbe segnare uno spartiacque importante sul piano della sicurezza energetica ma anche dal punto di vista delle relazioni con gli Stati Uniti, che hanno trovato terreno fertile alla collaborazione sull’estradizione di Abu Agila Mohammad Mas’ud Kheir Al-Marimi, ex agente dell’intelligence libica accusato di aver costruito la bomba esplosa nel 1988 sul volo della Pan Am nei pressi di Lockerbie.