Libia, il 23 giugno una nuova conferenza internazionale
Un anno e mezzo dopo il primo meeting, Berlino torna a ospitare la conferenza sulla Libia per fare il putno della situazione. Oggi gli equilibri sono radicalmente mutati...
Un anno e mezzo dopo il primo meeting, Berlino torna a ospitare la conferenza sulla Libia per fare il putno della situazione. Oggi gli equilibri sono radicalmente mutati…
A un anno e mezzo dalla prima Conferenza di Berlino sulla Libia, la capitale tedesca ospiterà un nuovo meeting aperto ai Ministri degli Esteri per fare il punto della situazione sul Paese nord africano. Da gennaio 2020 a oggi gli equilibri sono radicalmente mutati, con la nazione che prosegue spedita verso le elezioni generali di dicembre guidata da un Governo transitorio che ha saputo unire le due principali fazioni che nel corso della guerra si sono fronteggiate.
Il quadro della situazione
Tripolitania e Cirenaica non sono più governate, rispettivamente, da Fayez al-Serraj e Khalifa Haftar: il loro passo indietro ha permesso al Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale Abdul-Hamid Dbeibah di monitorare il rispetto del cessate-il-fuoco, così come di preparare l’ex Giamahiria gheddafiana al ritorno sul palcoscenico internazionale.
Lentamente la Libia riacquista centralità in politica estera, con gli interessi dei Paesi vicini e lontani che verranno affrontati il 23 giugno a Berlino. Se nel gennaio 2020 il Generale Haftar conquistò il palcoscenico, diventando attore riconosciuto col quale dialogare necessariamente per arrivare alla fine degli scontri, attualmente sembra esserci poco spazio per altre figure se non quella di Dbeibah, recentemente a Roma per incontrare Mario Draghi e Luigi Di Maio.
Gli accordi del 2008 con l’Italia
Il Presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno italiano al Libyan Government on National Unity, fondamentale per raggiungere “stabilità e democrazia”, come affermato da Draghi. I due esponenti governativi hanno toccato le tematiche dell’immigrazione, del traffico di esseri umani, del crimine organizzato e della sicurezza del confine sud del Paese. Ma non solo: Dbeibah si è detto pronto a riprendere le discussioni sull’accordo sottoscritto da Roma e Tripoli nel 2008.
Con il Ministro degli Esteri Di Maio, il Primo Ministro libico ha ricordato che Italia e Libia “hanno sempre lavorato insieme” e sottolineato il ruolo che l’Eni svolge nel Paese, “il più grande partner per quanto riguarda la produzione petrolifera. Speriamo — ha proseguito Dbeibah — che il livello di produzione dei barili possa tornare a 3-4 milioni al giorno: l’Italia è il nostro miglior alleato in questo settore”.
L’annuncio tedesco
“Il focus principale sarà sulla preparazione delle elezioni nazionali previste per il 24 dicembre e sul ritiro delle forze straniere e quelle di mercenari, così come previsto dal cessate-il-fuoco”, si legge nella nota del Ministero degli Esteri tedesco che annuncia la Conferenza di Berlino, co-organizzata insieme alle Nazioni Unite. “Inoltre, si discuterà dei prossimi passi da compiere verso la creazione di una forza di sicurezza libica unita”, spiegano i diplomatici tedeschi.
All’evento parteciperanno i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza — Cina, Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia — insieme a Italia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Al tavolo saranno dunque riunite tutte le forze che realmente hanno contribuito all’andamento della guerra negli ultimi anni, con il ruolo dell’Onu e della missione ad hoc nel Paese rivelatosi risolutivo per il dialogo tra le varie fazioni nazionali. La prossima Conferenza di Berlino sulla Libia avrà un altro sapore rispetto a quella di gennaio 2020.
A un anno e mezzo dalla prima Conferenza di Berlino sulla Libia, la capitale tedesca ospiterà un nuovo meeting aperto ai Ministri degli Esteri per fare il punto della situazione sul Paese nord africano. Da gennaio 2020 a oggi gli equilibri sono radicalmente mutati, con la nazione che prosegue spedita verso le elezioni generali di dicembre guidata da un Governo transitorio che ha saputo unire le due principali fazioni che nel corso della guerra si sono fronteggiate.
Il quadro della situazione
Tripolitania e Cirenaica non sono più governate, rispettivamente, da Fayez al-Serraj e Khalifa Haftar: il loro passo indietro ha permesso al Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale Abdul-Hamid Dbeibah di monitorare il rispetto del cessate-il-fuoco, così come di preparare l’ex Giamahiria gheddafiana al ritorno sul palcoscenico internazionale.
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