Libia: Serraj conquista Tarhouna, ultima importante roccaforte di Haftar in Tripolitania. Fondamentale il sostegno di Ankara
Le forze legate al Governo libico di Fayez al-Serraj hanno conquistato l’ultima roccaforte nei pressi di Tripoli di Khalifa Haftar, il generale che controlla l’est e parte del sud della Libia e che nell’aprile 2019 aveva lanciato un’offensiva – evoluta in assedio – sulla capitale.
Con la vittoria riportata a Tarhouna – città fondamentale per Haftar perché vi passano i rifornimenti per le sue milizie –, il Governo di accordo nazionale (Gna), riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha ripreso il controllo di gran parte della Libia nord-occidentale.
Il ribaltamento della situazione rispetto a un anno fa si deve al sostegno accordato al Gna dalla Turchia, che con le sue truppe e i suoi droni ha cambiato completamente gli equilibri di forza sul campo, ricacciando indietro le forze di Haftar. Il generale può comunque contare sul supporto degli Emirati Arabi Uniti, dell’Egitto e della Russia.
A tal proposito, la settimana scorsa gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di aver spostato degli aerei da guerra dalla Siria alla Libia, confermando un fatto già discusso da tempo: cioè che il conflitto siriano e quello libico sono sempre più interconnessi. In entrambi i casi, infatti, la Russia e la Turchia sono non soltanto le nazioni esterne maggiormente coinvolte nelle guerre; sono anche schierate su fronti contrapposti.
Rispetto alla Siria però, dove l’intervento russo si è rivelato determinante per rovesciare le sorti del conflitto in favore del Presidente Bashar al-Assad, in Libia il sostegno di Mosca non è bastato a garantire la vittoria ad Haftar. Al contrario, Serraj è riuscito a capitalizzare l’aiuto di Ankara.
Bisogna però sottolineare – come ha scritto Daniele Raineri sul Foglio – che la Russia non può bombardare Tripoli, dove ha sede un Governo riconosciuto dalla comunità internazionale: il costo diplomatico sarebbe troppo alto. Ma questo non significa che Haftar debba rinunciare a tutte le sue ambizioni: piuttosto che al controllo dell’intera Libia, il generale potrebbe puntare a rafforzare il suo dominio sulla sola Cirenaica.
Proprio la divisione della Libia in due aree separate – la Tripolitania di Serraj, a ovest; e la Cirenaica di Haftar, a est – è lo scenario evocato più spesso dagli analisti. Se così dovesse essere, la Turchia si guadagnerebbe una zona di influenza nel Mediterraneo, utile alla difesa dei suoi interessi energetici nella regione. Discorso simile può essere fatto per la Russia: un governatorato filorusso in Cirenaica garantirebbe a Mosca un accesso marittimo all’Europa meridionale.
Le forze legate al Governo libico di Fayez al-Serraj hanno conquistato l’ultima roccaforte nei pressi di Tripoli di Khalifa Haftar, il generale che controlla l’est e parte del sud della Libia e che nell’aprile 2019 aveva lanciato un’offensiva – evoluta in assedio – sulla capitale.
Con la vittoria riportata a Tarhouna – città fondamentale per Haftar perché vi passano i rifornimenti per le sue milizie –, il Governo di accordo nazionale (Gna), riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha ripreso il controllo di gran parte della Libia nord-occidentale.
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