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Coronavirus, Macao: lo spettro della crisi economica


Macao: il coronavirus ha danneggiato turismo e gioco d’azzardo. E anche il riflesso dei fatti avvenuti a Hong Kong ha intaccato l'economia

Un crollo dell’economia pari al 49% nei primi tre mesi del 2020, le visite dei turisti a -68.9% tra gennaio e aprile, solo 11mila nuovi arrivi nel quarto mese dell’anno: i numeri di Macao fanno tremare i polsi sia alla Cina di Xi Jinping che al Chief Executive Ho lat Seng, recentemente insediatosi alla guida dell’ex colonia portoghese. La ricchezza di Macao si basa sul turismo e sui casinò: il lockdown imposto a causa del Covid-19 ha letteralmente tagliato le gambe alla regione amministrativa speciale.

Recentemente, Macao è salita agli onori della cronaca per la morte del re del gioco d’azzardo, Stanley Ho. L’ex commerciante di cherosene ha costruito un vero e proprio impero delle scommesse, riuscendo a mantenere la sua posizione dominante nonostante la liberalizzazione delle licenze avvenuta nel 2001, anno d’ingresso della Cina nel Wto. La crescita cinese andava di pari passo a quella della Sar — Special Administrative Region —, ma con la pandemia, l’ex colonia portoghese ha visto un crollo degli introiti dei casinò locali pari a -97%.

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