Alcune ragazze lasciano il casinò veneziano di Macao, in Cina, il 20 dicembre 2019, in occasione del 20° anniversario del ritorno in Cina dell'ex colonia portoghese. REUTERS/Jason Lee
Macao: il coronavirus ha danneggiato turismo e gioco d’azzardo. E anche il riflesso dei fatti avvenuti a Hong Kong ha intaccato l’economia
Alcune ragazze lasciano il casinò veneziano di Macao, in Cina, il 20 dicembre 2019, in occasione del 20° anniversario del ritorno in Cina dell’ex colonia portoghese. REUTERS/Jason Lee
Un crollo dell’economia pari al 49% nei primi tre mesi del 2020, le visite dei turisti a -68.9% tra gennaio e aprile, solo 11mila nuovi arrivi nel quarto mese dell’anno: i numeri di Macao fanno tremare i polsi sia alla Cina di Xi Jinping che al Chief Executive Ho lat Seng, recentemente insediatosi alla guida dell’ex colonia portoghese. La ricchezza di Macao si basa sul turismo e sui casinò: il lockdown imposto a causa del Covid-19 ha letteralmente tagliato le gambe alla regione amministrativa speciale.
Recentemente, Macao è salita agli onori della cronaca per la morte del re del gioco d’azzardo, Stanley Ho. L’ex commerciante di cherosene ha costruito un vero e proprio impero delle scommesse, riuscendo a mantenere la sua posizione dominante nonostante la liberalizzazione delle licenze avvenuta nel 2001, anno d’ingresso della Cina nel Wto. La crescita cinese andava di pari passo a quella della Sar — Special Administrative Region —, ma con la pandemia, l’ex colonia portoghese ha visto un crollo degli introiti dei casinò locali pari a -97%.
Di Macao si parla meno rispetto alla dirimpettaia Hong Kong: diversamente dall’ex colonia britannica, nella città dove si parla portoghese non si registrano movimenti popolari per la democrazia. Il tessuto sociale, lo sviluppo economico della città e il minor numero di abitanti hanno portato a dinamiche diverse da Hong Kong, anche per via dell’inferiore presenza attiva del Portogallo sulla sua colonia, se paragonata a quella della Gran Bretagna sull’altra regione amministrativa speciale, oggi guidata dal Capo Esecutivo Carrie Lam.
Ma il riflesso dei fatti avvenuti a Hong Kong ha da tempo intaccato Macao: ad esempio, nel 2019 è avvenuta una flessione dei turisti pari al 17%. Il motivo è da ricercare nel pacchetto vacanze proposto dagli operatori turistici, che prevede in abbinamento la visita a Macao, Hong Kong e Shanghai. Il conflitto con la Cina ha spinto numerosi visitatori alla cancellazione degli itinerari, causando un rallentamento anche nei numeri di Macao.
Ho lat Seng ha assunto l’incarico nel dicembre 2019, dopo aver vinto le elezioni da unico candidato per Chief Executive. Proprio nell’ultimo mese dell’anno scorso, alla presenza del Presidente Xi si celebravano i 20 anni dalla fine di Macao come colonia portoghese. Nell’occasione, il leader cinese parlava di “importante successo della formula un Paese, due sistemi”, sottolineando come Macao fosse una delle città più sicure al mondo, dove le persone “esprimono razionalmente diversi punti di vista”.
Secondo Ho, nonostante al suo insediamento si sia rifiutato di dare suggerimenti alla sua collega Lam, è necessario più patriottismo tra i giovani per poter far funzionare one country, two systems. Su Taiwan, la posizione del Capo Esecutivo di Macao è semplice: per Taipei “noi siamo la dimostrazione del successo e dei vantaggi che si possono ottenere” dalla formula. In questo contesto, per i fattori che determinano la realtà dell’ex colonia portoghese, Macao sembra avvantaggiata rispetto alle altre zone speciali, tanto che nel 2020 sarà in competizione con il Qatar per aggiudicarsi il più alto Pil pro capite al mondo. Ma il Fondo monetario internazionale prevede una contrazione dell’economia al 29.6%, con il Governo Ho intervenuto per mitigare l’impatto Covid-19, stanziando una cifra pari al 12% del Pil del 2019.
Un crollo dell’economia pari al 49% nei primi tre mesi del 2020, le visite dei turisti a -68.9% tra gennaio e aprile, solo 11mila nuovi arrivi nel quarto mese dell’anno: i numeri di Macao fanno tremare i polsi sia alla Cina di Xi Jinping che al Chief Executive Ho lat Seng, recentemente insediatosi alla guida dell’ex colonia portoghese. La ricchezza di Macao si basa sul turismo e sui casinò: il lockdown imposto a causa del Covid-19 ha letteralmente tagliato le gambe alla regione amministrativa speciale.
Recentemente, Macao è salita agli onori della cronaca per la morte del re del gioco d’azzardo, Stanley Ho. L’ex commerciante di cherosene ha costruito un vero e proprio impero delle scommesse, riuscendo a mantenere la sua posizione dominante nonostante la liberalizzazione delle licenze avvenuta nel 2001, anno d’ingresso della Cina nel Wto. La crescita cinese andava di pari passo a quella della Sar — Special Administrative Region —, ma con la pandemia, l’ex colonia portoghese ha visto un crollo degli introiti dei casinò locali pari a -97%.
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