Il colonnello che ha guidato il colpo di Stato in Mali è stato nominato Presidente. L’annuncio è arrivato poco prima della riunione della Comunità economica dell’Africa occidentale
Il colonnello che ha guidato il colpo di Stato in Mali è stato nominato Presidente. L’annuncio è arrivato poco prima della riunione della Comunità economica dell’Africa occidentale
Assimi Goita, il colonnello che ha guidato il colpo di Stato in Mali di lunedì 24 maggio, è stato nominato Presidente ad interim dalla Corte costituzionale. Resterà in carica fino alle elezioni generali di febbraio 2022.
Goita era già vicepresidente del Mali e già ne aveva guidato un altro, di colpo di Stato: quello dello scorso agosto – appena nove mesi fa –, quando i militari arrestarono l’allora Presidente Ibrahim Boubacar Keita e ne forzarono le dimissioni. Era stato tuttavia un golpe generalmente ben accolto dalla popolazione maliana, che criticava Keita per gli alti livelli di corruzione istituzionale, per la cattiva condizione dell’economia e per la crisi di sicurezza.
Un colpo di Stato dentro un colpo di Stato
A seguito della rimozione di Keita, Goita aveva assunto la vicepresidenza ad interim. Quello di lunedì scorso è stato insomma “un colpo di Stato dentro un colpo di Stato”, come ha sintetizzato il Presidente francese Emmanuel Macron. La Francia segue sempre con particolare attenzione l’evolversi della situazione in Mali, sia per ragioni storiche – vi ha esercitato un dominio coloniale fino al 1960 –, sia perché teme che l’instabilità del Paese possa favorire un’avanzata dei gruppi terroristici nella regione del Sahel.
A innescare il golpe dei giorni scorsi è stato un rimpasto di Governo sgradito al colonnello per via della rimozione di alcuni ufficiali che avevano partecipato ai fatti di agosto 2020. Goita ha così ordinato l’arresto del Presidente Bah N’Daw e del Primo Ministro Moctar Ouane; entrambi si sono dimessi e sono poi stati liberati.
Goita guiderà insomma il Mali nella transizione verso le elezioni del prossimo febbraio e ha fatto sapere che sceglierà per il ruolo di Primo Ministro un esponente della coalizione M5-RFP, il movimento che aveva guidato le proteste contro l’ex Presidente Keita.
Il ruolo dell’ECOWAS
L’annuncio di Goita è arrivato poco prima della riunione straordinaria – oggi, in Ghana – della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS). Si tratta di un’organizzazione che riunisce quindici Paesi dell’area, Mali incluso, e che aveva già ricoperto un ruolo importante nella fase di mediazione dopo il golpe di agosto, facendo pressioni per la nomina di un Primo Ministro civile.
L’ECOWAS aveva anche imposto delle sanzioni verso Bamako, rimuovendole lo scorso ottobre ma specificando che il vicepresidente ad interim non avrebbe dovuto assumere la presidenza “per nessuna ragione”. Non è chiaro se e quali provvedimenti saranno adottati nei confronti di Goita, né se quest’ultimo prenderà parte al vertice dei leader dell’organizzazione.
Le conseguenze regionali
La situazione politica in Mali rischia di aggravare la destabilizzazione del Paese: il 2020 è stato peraltro l’anno con più morti violente mai registrato, stando all’associazione ACLED, che parla di oltre 2800 vittime.
Jean-Hervé Jezequel, analista dell’International Crisis Group ed esperto di Sahel, teme che la crisi politica possa minare la credibilità delle istituzioni maliane e aprire degli spazi ai gruppi jihadisti, permettendogli di presentarsi alla popolazione come delle alternative più affidabili e presenti rispetto allo Stato.
La stabilità del Mali è importante per gli scambi commerciali intra-africani ma anche per l’Europa, perché quanto accade nella zona può ripercuotersi sui livelli dei flussi migratori.
Il colonnello che ha guidato il colpo di Stato in Mali è stato nominato Presidente. L’annuncio è arrivato poco prima della riunione della Comunità economica dell’Africa occidentale
Assimi Goita, il colonnello che ha guidato il colpo di Stato in Mali di lunedì 24 maggio, è stato nominato Presidente ad interim dalla Corte costituzionale. Resterà in carica fino alle elezioni generali di febbraio 2022.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica