Marte: anche la Cina partecipa alla corsa al pianeta rosso. Ma tra gli interessi di Pechino ci sono anche la Luna e i sistemi di navigazione satellitare alternativi al Gps americano
Liu Tongjie, portavoce della missione di esplorazione cinese di Marte, parla ai media prima del lancio del razzo Long March 5 Y-4, presso il Wenchang Space Launch Center a Wenchang, provincia di Hainan, Cina, 23 luglio 2020. REUTERS/Carlos Garcia Rawlins
Marte: anche la Cina partecipa alla corsa al pianeta rosso. Ma tra gli interessi di Pechino ci sono anche la Luna e i sistemi di navigazione satellitare alternativi al Gps americano
Liu Tongjie, portavoce della missione di esplorazione cinese di Marte, parla ai media prima del lancio del razzo Long March 5 Y-4, presso il Wenchang Space Launch Center a Wenchang, provincia di Hainan, Cina, 23 luglio 2020. REUTERS/Carlos Garcia Rawlins
Ieri mattina la Cina ha lanciato la sua prima missione verso Marte. Tianwen-1 – questo il nome della missione: significa Domande al cielo, dal titolo di un antico poema – possiede una grande importanza per Pechino, per tanti motivi.
Tianwen-1 e il pareggio con gli Stati Uniti
È innanzitutto una manifestazione di forza tecnologica e scientifica nei confronti degli Stati Uniti, la nazione che fino ad oggi ha dominato l’esplorazione spaziale, oltre che la sola – assieme all’Unione Sovietica – ad aver fatto atterrare dei rover sul suolo di Marte. Pechino vuole superare Washington sia nello spazio, sia nella tecnologia, sia più in generale nella leadership globale.
Attraverso Tianwen-1, la Cina punta a eguagliare i traguardi della Nasa con un’unica missione. Il carico del razzo comprende infatti una sonda, che resterà nell’orbita di Marte per un anno (687 giorni); un veicolo lander, che raggiungerà la superficie del pianeta; e infine un rover, un robot automatico capace di muoversi ed esplorare. Tre obiettivi che Washington ha sì già completato, ma non in una volta sola: se Tianwen-1 avrà successo, Pechino potrà dire di essere stata la prima a farlo.
Gli interessi spaziali oltre Marte
Il lancio di Tianwen-1 non è l’unico traguardo spaziale raggiunto dalla Cina negli ultimi anni, né tantomeno Marte è il solo oggetto celeste di interesse per Pechino. C’è anche la Luna: la Cina ha intenzione di inviarvi degli astronauti, e l’anno scorso è atterrata con un lander – nessun’altra nazione c’era mai riuscita – sulla faccia nascosta del satellite.
BeiDou contro Gps
La sfida cinese al primato americano passa anche per i sistemi di navigazione satellitare. Il 23 giugno scorso Pechino ha completato il proprio sistema di posizionamento, BeiDou, rendendosi così indipendente dal Gps americano.
La costellazione di satelliti di BeiDou ha un’applicazione sia militare, sia geopolitica in un senso più ampio. Combinato al 5G e al progetto infrastrutturale della Nuova via della seta, BeiDou rappresenta un altro strumento nelle mani del Partito comunista utile a estendere la presenza economica e l’influenza strategica di Pechino all’estero.
Un esempio concreto: la partnership tra Cina e Iran raggiunta pochi giorni fa – che prevede grossi investimenti cinesi nelle infrastrutture e non solo, in cambio di forniture di greggio – apre anche alla possibilità, per Teheran, di dotarsi dei servizi di localizzazione di BeiDou e delle tecnologie cinesi per le reti 5G.
Le mosse americane
Gli Stati Uniti hanno ovviamente risposto alle ambizioni spaziali cinesi, consapevoli del fatto che il cosmo è ormai a tutti gli effetti un “terreno” di scontro militare, ma anche un luogo ricco di risorse potenzialmente sfruttabili.
Oltre alla volontà di riportare gli astronauti sulla Luna – nel Polo sud lunare, più precisamente – entro il 2024, la settimana prossima la Nasa lancerà un nuovo rover verso Marte, Perseverance, che dovrebbe raggiungerne la superficie a febbraio. La missione è importante perché trasporterà anche delle apparecchiature per ricavare ossigeno dall’anidride carbonica (di cui l’atmosfera marziana è composta al 95%), nell’ottica di una futura esplorazione con esseri umani.
Ieri mattina la Cina ha lanciato la sua prima missione verso Marte. Tianwen-1 – questo il nome della missione: significa Domande al cielo, dal titolo di un antico poema – possiede una grande importanza per Pechino, per tanti motivi.
Tianwen-1 e il pareggio con gli Stati Uniti
È innanzitutto una manifestazione di forza tecnologica e scientifica nei confronti degli Stati Uniti, la nazione che fino ad oggi ha dominato l’esplorazione spaziale, oltre che la sola – assieme all’Unione Sovietica – ad aver fatto atterrare dei rover sul suolo di Marte. Pechino vuole superare Washington sia nello spazio, sia nella tecnologia, sia più in generale nella leadership globale.
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