La crisi di Governo si è trasformata in una serie di Netflix troppo lunga, dove i cattivi provano a trasformarsi in buoni e viceversa. Ma non sembrano credibili…
Se n’è accorto anche il leader della Lega che far cadere un Governo non significa automaticamente “elezioni”. Forse ha letto il nostro editoriale di lunedì scorso: nel caso, ne siamo felici.
Il problema è che la politica è fatta non solo di progetti a tavolino ma anche di idee, sentimenti e rapporti. E quello tra Lega e 5 Stelle sembra davvero essere logoro, al capolinea. Salvini ha provato a passare il messaggio di azzerare tutto e ricominciare come se nulla fosse accaduto. Ma ormai è tardi: prima, Conte ne ha approfittato per indirizzare una lettera di insulti istituzionali al suo Ministro dell’Interno, accusandolo di slealtà, e poi i vertici del Movimento (inclusi Grillo e Casaleggio), ieri, hanno scaricato definitivamente la Lega.
Era in effetti un’occasione imperdibile per i grillini: rimettersi al centro della scena e riprovarci, riaprendo un dialogo mai decollato con il centrosinistra, probabilmente l’alleato più naturale, dal punto di vista politico-culturale; con buona pace di Renzi (che pure sembra ricredersi, finché dura) e degli intransigenti ultra liberal come il Segretario di +Europa o Carlo Calenda, isolati su una posizione di totale chiusura, dando ragione a un ex premier, che un giorno mi confidò: “un bravo Ministro, questo Calenda, ma la politica è un’altra cosa”.
Cosa accadrà dunque martedi? Come in una serie di Netflix, appunto, potremmo avere delle sorprese; ma è verosimile che il Presidente Conte si presenti in Parlamento per dimettersi, vanificando il tentativo tardivo di ricucitura di Salvini. Si aprirebbe dunque il rito delle consultazioni, che potrebbe concludersi con una nuova maggioranza di legislatura, questa volta con una matrice più decisamente socialdemocratica.
Difficile prevedere fin da ora quale possa essere il programma di questa nuova alleanza, se manterrà alcuni elementi in continuità con l’attuale maggioranza, come la semplificazione fiscale, o se sposterà il proprio focus su temi come il lavoro e la ricerca di politiche neokeynesiane sostenibili, più care alla sinistra dello schieramento politico. Di sicuro, sarà indispensabile ricostruire un rapporto con l’Europa, per recuperare anche credibilità sui mercati e dunque tornare a livelli di crescita più vicini alla pur bassa media europea.
@GiuScognamiglio
La crisi di Governo si è trasformata in una serie di Netflix troppo lunga, dove i cattivi provano a trasformarsi in buoni e viceversa. Ma non sembrano credibili…