Per la prima volta in 50 anni, nel 2024 la Svezia conta più emigrati che immigrati. Le richieste di asilo continuano a diminuire a causa dell’irrigidimento delle procedure di accoglienza.
Nei primi mesi del 2024, la Svezia ha contato sorprendentemente un numero di emigrati maggiore rispetto a quello delle persone che sono immigrate nel Paese. Lo ha annunciato la ministra per la migrazione Maria Malmer Stenergard, ad inizio agosto. “Il numero di richieste di asilo si sta dirigendo verso un livello eccezionalmente basso, i permessi di residenza legati all’asilo continuano a diminuire e per la prima volta in 50 anni la Svezia registra un’emigrazione netta”.
La ministra ha specificato che i dati si riferiscono al primo periodo dell’anno: tra gennaio e maggio, dallo stato scandinavo sarebbero emigrate 5700 persone in più rispetto a quelle entrate nel Paese. L’agenzia nazionale svedese di statistica SCB ha confermato quanto affermato dal governo, osservando come gli arrivi di migranti siano stati straordinariamente bassi. Al tempo stesso, tuttavia, l’agenzia ha sottolineato come i numeri delle partenze dal Paese nel 2024 potrebbero essere nella realtà molto minori rispetto a quelli diffusi: negli ultimi mesi, dai registri della popolazione sono state infatti depennate persone partite anni fa, senza che questi movimenti venissero mai registrati in precedenza.
Secondo la ministra Stenergard, il trend di emigrazione netta andrebbe considerato come un successo del governo svedese. Questo si spiega infatti con l’aumento delle partenze di stranieri, così come con la diminuzione di nuovi arrivi: due dinamiche che sarebbero direttamente legate alle politiche restrittive portate avanti da Stoccolma negli ultimi dieci anni, con l’obiettivo di contrastare l’ondata migratoria.
Nel 2015, il governo svedese guidato da Fredrik Reinfeldt aveva invitato i propri cittadini ad “aprire i propri cuori” e ad accogliere i rifugiati provenienti soprattutto da Iraq, Somalia e Siria. In dodici mesi, erano state oltre 162 mila le richieste di asilo in Svezia, un numero record. Già a partire dall’anno successivo, però, il Paese era tornato parzialmente sui propri passi. La cosiddetta crisi migratoria aveva portato ad una crescita dell’ostilità verso i migranti, che aveva spinto il governo a rendere l’accoglienza più difficile e quindi rara.
In seguito, l’approccio del governo verso i migranti e verso i richiedenti asilo è diventato sempre più duro, specialmente negli ultimi due anni. Dall’ottobre del 2022, la Svezia è guidata dal primo ministro Ulf Kristersson, del Partito Moderato di centrodestra, che gode dell’appoggio esterno decisivo dell’estrema destra dei Democratici Svedesi. L’esecutivo ha smantellato il precedente sistema d’accoglienza liberale e ha reso meno conveniente la richiesta di asilo nel Paese, complicando la registrazione, la ricerca di un alloggio e diminuendo gli aiuti. Il governo aveva proposto anche una misura che avrebbe obbligato tutti i lavoratori del settore pubblico a denunciare le persone senza documenti.
Nell’annunciare la diminuzione dei migranti presenti nel Paese, i rappresentanti dell’esecutivo hanno sostenuto che una riduzione dei numeri è fondamentale per garantire una migliore accoglienza per coloro che continuano ad arrivare. “Rendere l’immigrazione gestibile è cruciale se vogliamo migliorare l’integrazione” ha dichiarato Maria Malmer Stenergard.
La visione del governo non è però condivisa dagli esperti del settore. “Quello che sappiamo riguardo un’integrazione di successo, che il governo vuole vedere, è che questa dipende da quanto le persone si sentano benvenute” ha detto al Guardian Annika Sandlund, rappresentante dell’UNHCR per gli stati Nordici e Baltici. Le politiche restrittive della Svezia e la dura retorica contro i migranti starebbero però marginalizzando chi arriva, rendendo più difficile una loro integrazione. Ed andando quindi contro gli obiettivi dichiarati dal governo
Nei primi mesi del 2024, la Svezia ha contato sorprendentemente un numero di emigrati maggiore rispetto a quello delle persone che sono immigrate nel Paese. Lo ha annunciato la ministra per la migrazione Maria Malmer Stenergard, ad inizio agosto. “Il numero di richieste di asilo si sta dirigendo verso un livello eccezionalmente basso, i permessi di residenza legati all’asilo continuano a diminuire e per la prima volta in 50 anni la Svezia registra un’emigrazione netta”.
La ministra ha specificato che i dati si riferiscono al primo periodo dell’anno: tra gennaio e maggio, dallo stato scandinavo sarebbero emigrate 5700 persone in più rispetto a quelle entrate nel Paese. L’agenzia nazionale svedese di statistica SCB ha confermato quanto affermato dal governo, osservando come gli arrivi di migranti siano stati straordinariamente bassi. Al tempo stesso, tuttavia, l’agenzia ha sottolineato come i numeri delle partenze dal Paese nel 2024 potrebbero essere nella realtà molto minori rispetto a quelli diffusi: negli ultimi mesi, dai registri della popolazione sono state infatti depennate persone partite anni fa, senza che questi movimenti venissero mai registrati in precedenza.