I musulmani francesi firmano la Carta dei Principi voluta da Macron per porre fine alla strumentalizzazione dell’Islam. Parte una nuova stagione tra Stato e religione
I fedeli pregano e leggono libri religiosi al santuario dell'Imam Hussein, uno dei siti più venerati per i musulmani sciiti nella città santa di Kerbala, Iraq, 26 novembre 2020. SANTUARI REUTERS/John Davison
I musulmani francesi firmano la Carta dei Principi voluta da Macron per porre fine alla strumentalizzazione dell’Islam. Parte una nuova stagione tra Stato e religione
I fedeli pregano e leggono libri religiosi al santuario dell’Imam Hussein, uno dei siti più venerati per i musulmani sciiti nella città santa di Kerbala, Iraq, 26 novembre 2020. SANTUARI REUTERS/John Davison
Una Carta dei Principi per combattere il settarismo e le posizioni violente, la riaffermazione dei valori di laicità ma anche lo stop all’Islam politico: il Consiglio Francese della Religione Musulmana (CFCM, Conseil Français du Culte Musulman) approva lo schema fortemente voluto dal Presidente Emmanuel Macron sulla gestione del credo islamico in Francia che, inizialmente, tanto ha fatto discutere non solo nel Paese transalpino ma anche nelle nazioni a maggioranza musulmana.
La Carta dei Principi
In 10 punti, il Consiglio Francese della Religione Musulmana si rifà a una serie di principi, sgombrando così — se mai ancora ce ne fosse bisogno — il campo dalle congetture che vedono tra numerose forze politiche e segmenti della società l’Islam come un pericolo per le democrazie e incompatibile con i valori occidentali. La questione “laicità” viene rimarcata all’articolo 8, dove si evidenzia il supporto delle Comunità Musulmane francesi alla separazione tra Stato e religione, l’uguaglianza di genere, il respingimento verso atti discriminatori e “certe pratiche culturali che vengono attribuite all’Islam”.
Il rigetto di tutte le forme d’ingerenza e di strumentalizzazione dell’Islam a fini politici è uno dei nodi cardine del framework voluto da Macron e approvato dal Consiglio. Nel testo, si legge che la carta identifica l’Islam politico come “le correnti politiche e/o ideologiche comunemente chiamate salafismo (wahhabismo), Tabligh, così come quelle legate al pensiero dei Fratelli Musulmani e delle correnti nazionaliste a esso collegate”.
L’Islam politico e le contraddizioni in essere
Un chiaro messaggio verso l’uso dell’Islam a fini politici, ma che apre un dibattito di ampie dimensioni rispetto alle stesse scelte geopolitiche non solo francesi ma dell’intera comunità internazionale. Infatti, il wahhabismo è la corrente — seppur minoritaria — dell’Islam sunnita praticata, ad esempio, in Arabia Saudita, nazione alleata economicamente e politicamente a player statuali di primaria importanza.
Non solo: la Fratellanza Musulmana — organizzazione il cui pensiero viene indicato dal CFCM tra quelli dai quali distanziarsi — è stata protagonista in Egitto delle elezioni vinte democraticamente da Mohamed Morsi, deposto poi da un colpo di Stato che ha portato al potere i militari con Abdel Fattah al-Sisi, attualmente Presidente.
Con la Carta dei Principi ci si avvicina alle richieste repubblicane, ma sembra ancora lontana l’istituzione del Consiglio Nazionale degli Imam, nota dolente che — se superata — permetterà ai membri di nominare e formare nella stessa Francia Imam autorizzati al ruolo. L’obiettivo è quello di chiudere con la stagione di personaggi religiosi provenienti da realtà non del tutto familiari con la cultura francese, così da adeguare sempre più la professione religiosa ai valori locali.
I musulmani francesi firmano la Carta dei Principi voluta da Macron per porre fine alla strumentalizzazione dell’Islam. Parte una nuova stagione tra Stato e religione
I fedeli pregano e leggono libri religiosi al santuario dell’Imam Hussein, uno dei siti più venerati per i musulmani sciiti nella città santa di Kerbala, Iraq, 26 novembre 2020. SANTUARI REUTERS/John Davison
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