Presentata dal Commissario per il Vicinato e l’Allargamento Olivér Várhelyi una proposta che consente di superare l’impasse dopo il no francese, olandese e danese
Dopo il no di Emmanuel Macron all’avvio dei negoziati per l’ingresso di Albania e Macedonia del Nord nell’Unione europea, la Commissione di Ursula von der Leyen prova a ricucire con l’area balcanica proponendo un progetto di riforma del sistema d’allargamento dell’Ue. In particolare, saranno elencati paletti più stringenti, ovvero regole più precise e dettagliate affinché, in termini oggettivi, si possano considerare come raggiunti gli obiettivi per la membership.
L’opposizione francese enunciata lo scorso anno — appoggiata anche da Paesi Bassi e Danimarca — risiede negli insoddisfacenti risultati dei due Paesi dei Balcani sui temi, tra gli altri, dello stato di diritto e la corruzione. Ma la Commissione, guardando in prospettiva, ritiene urgente l’inclusione della regione in seno europeo, per evitare che altri attori internazionali — Russia e Turchia su tutti, ma anche la Cina — possano influenzarla, distanziandola dai bisogni di Bruxelles.
In questo quadro, il Commissario per il Vicinato e l’Allargamento Olivér Várhelyi ha presentato le proposte per la riforma del processo di adesione e sottolineato che l’espansione del progetto europeo ai Balcani occidentali “è una priorità della Commissione”. I nuovi punti enunciati sono quattro: processo più credibile, orientamento politico più forte, processo più dinamico, processo più prevedibile.
“Per rafforzare la credibilità” — si legge nel documento di Várhelyi — “ci si dovrebbe concentrare ancora di più sulle riforme fondamentali, in primo luogo lo stato di diritto, il funzionamento delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione e l’economia dei Paesi candidati. Una volta che i Paesi partner abbiano soddisfatto i criteri oggettivi, gli Stati membri converranno di passare alla fase successiva del processo, rispettando l’approccio basato sul merito.”
Nella proposta della Commissione, la possibilità di sanzionare eventuali stalli (o persino regressi) rispetto alle riforme affrontate dai Paesi interessati all’ingresso nell’Ue. Per quanto riguarda il punto sulla dinamicità dei negoziati, Bruxelles vorrebbe riunire i capitoli di negoziato in sei gruppi tematici: dalle questioni fondamentali a quelle di carattere economico, passando per la materia agricola e quella delle relazioni esterne. “I negoziati sulle questioni fondamentali” — spiega il Commissario Várhelyi — “saranno avviati per primi e chiusi per ultimi, e i progressi compiuti in questi ambiti determineranno il ritmo generale dei negoziati.”
Intanto, nuova apertura a sorpresa della Turchia all’Unione europea. Con alcune dichiarazioni rilasciate dal Ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, Ankara sembra voler rilanciare il suo processo di adesione. Nella giornata di ieri, il Ministro del Governo Akp, durante un incontro con esponenti dell’Ue, ha affermato che “è giunto il momento di aprire una nuova pagina nel processo di adesione della Turchia all’Unione europea”. Nei giorni scorsi Cavusoglu, con una lettera inviata all’Alto Rappresentante Josep Borrell, a Várhelyi e al Presidente di turno dell’Unione, Gordan Grlic-Radman, ha chiesto che i negoziati d’accesso all’Ue per la Turchia avvengano in modo “sostenibile, credibile, giusto e flessibile”. Una buona notizia per le relazioni Bruxelles-Ankara, sensibilmente tese negli ultimi mesi per via delle esplorazioni petrolifere turche nelle acque del Mediterraneo orientale.
@melonimatteo
Presentata dal Commissario per il Vicinato e l’Allargamento Olivér Várhelyi una proposta che consente di superare l’impasse dopo il no francese, olandese e danese