Nord Stream 2: gli Usa ritirano le sanzioni (per ora)
L'amministrazione Biden ha deciso di ritirare le sanzioni alla società che sta costruendo il Nord Stream 2, ma la mossa non è piaciuta né ai Democratici, né ai Repubblicani
L’amministrazione Biden ha deciso di ritirare le sanzioni alla società che sta costruendo il Nord Stream 2, ma la mossa non è piaciuta né ai Democratici, né ai Repubblicani
Gli Stati Uniti hanno deciso di ritirare le sanzioni nei confronti della società che si occupa della realizzazione del Nord Stream 2, il gasdotto sotto il mar Baltico che collegherà direttamente la Russia alla Germania. È una notizia estremamente rilevante, dato che l’opposizione all’infrastruttura – che Washington considera un progetto geopolitico, per l’espansione dell’influenza di Mosca – è da anni un punto fermo della politica estera americana. Sono infatti contrari al Nord Stream 2 sia i Democratici che i Repubblicani; lo erano le passate amministrazioni di Barack Obama e di Donald Trump e lo è quella attuale di Joe Biden.
La mossa della Casa Bianca è stata infatti molto criticata in patria e ha scontentato entrambi i partiti. Bob Menendez, democratico e Presidente della commissione per gli Affari esteri del Senato, ha detto che Biden deve “bloccare per sempre il completamento del Nord Stream 2”. Il senatore repubblicano Jim Risch, membro della stessa commissione, ha parlato del ritiro delle sanzioni come di “un regalo a Putin”.
Un cambio di tattica, non di strategia
La decisione di mercoledì non rappresenta però un cambio strategico, ma puramente tattico: non significa cioè che l’America abbia modificato la sua posizione sul Nord Stream 2 né tantomeno sulla Russia, che rimane – agli occhi di Washington – un attore maligno da contrastare. Significa che l’amministrazione Biden ha preferito allentare la presa sulla Germania per far respirare la relazione bilaterale, che ha sofferto gli anni di Trump. Da Berlino hanno fatto sapere di aver apprezzato: il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha parlato di “un passo costruttivo”.
Il contesto però non è mutato. Nell’annunciare il ritiro delle sanzioni il segretario di Stato americano Antony Blinken ha sì detto che il gesto dimostra l’impegno di Biden “a ricostruire le relazioni con i nostri alleati e partner in Europa”. Per aggiungere però, subito dopo, che Washington resta contraria al gasdotto e che lo ritiene dannoso per la sicurezza energetica europea. “La nostra opposizione al gasdotto Nord Stream 2 è irremovibile”.
Gli americani vedono nel Nord Stream 2 un’infrastruttura che consegnerà alla Russia un potere maggiore sul Vecchio continente, perché le permetterà di minacciare la sospensione delle forniture di gas – o di tagliarle, in caso – come forma di ritorsione politica. Allo stesso tempo il Nord Stream 2, bypassando l’Ucraina, abbatterà il valore di intermediario energetico di quest’ultima, riducendo la sua rilevanza per l’Europa occidentale e favorendone, nel tempo, l’isolamento.
Per capire come sia possibile conciliare il no categorico al Nord Stream 2 con la scelta di rimuovere le sanzioni alla società che supervisiona il progetto, bisogna considerare un dettaglio: Washington ha ritirato le sanzioni contro Nord Stream 2 AG e il suo amministratore delegato Matthias Warnig (molto vicino al presidente russo Vladimir Putin); le ha mantenute o imposte, invece, sulle navi che concretamente si occupano della posa delle tubature sottomarine (come la Akademik Cherskiy) e su altre entità russe.
Cosa succederà ora
La sospensione delle sanzioni, poi, durerà novanta giorni, scrive il Financial Times.
È probabile che gli Stati Uniti sfrutteranno questo arco di tempo per tentare un approccio negoziale diverso con la Germania, forse meno duro, e raggiungere un compromesso che soddisfi sia Washington, sia Berlino (che punta sul gas naturale a basso costo per sostituire la capacità a carbone e rispettare gli impegni sulle emissioni), sia Kiev. Finora non è stato facile. Ma Biden non può nemmeno permettersi di inimicarsi la Germania, che è stata peraltro danneggiata dal congelamento dell’accordo sugli investimenti tra l’Unione europea e la Cina, fortemente voluto dai tedeschi e malvisto invece dagli americani.
L’efficacia delle sanzioni al Nord Stream 2, comunque, è stata limitata, dato che la costruzione del gasdotto è proseguita ed è prossima al completamento: l’opera è al 95% e verrà probabilmente ultimata entro l’anno. Alla fine di marzo rimanevano da coprire 121 chilometri tra le acque danesi (soprattutto) e tedesche; adesso siamo ad appena 80 chilometri.
L’amministrazione Biden ha deciso di ritirare le sanzioni alla società che sta costruendo il Nord Stream 2, ma la mossa non è piaciuta né ai Democratici, né ai Repubblicani
Gli Stati Uniti hanno deciso di ritirare le sanzioni nei confronti della società che si occupa della realizzazione del Nord Stream 2, il gasdotto sotto il mar Baltico che collegherà direttamente la Russia alla Germania. È una notizia estremamente rilevante, dato che l’opposizione all’infrastruttura – che Washington considera un progetto geopolitico, per l’espansione dell’influenza di Mosca – è da anni un punto fermo della politica estera americana. Sono infatti contrari al Nord Stream 2 sia i Democratici che i Repubblicani; lo erano le passate amministrazioni di Barack Obama e di Donald Trump e lo è quella attuale di Joe Biden.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica