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Iran e nucleare: l’ossessione di Israele


Aviv Kochavi, capo di Stato maggiore di Israele, ha dichiarato che tornare all'accordo nucleare del 2015 con l'Iran sarebbe un pessimo errore. In poche settimane, visti i progressi, Teheran costruirebbe una bomba

Per il capo di Stato maggiore israeliano, Aviv Kochavi, tornare a un accordo con l’Iran sarebbe una pessima idea. Una convinzione, quella di Kochavi, che non è piaciuta a molti in Israele, soprattutto al Ministro della Difesa, Benny Gantz. Per il militare, che ha parlato alla conferenza annuale dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, il Paese degli ayatollah sta facendo progressi enormi verso l’acquisizione di armi nucleari, grazie alle centrifughe in sue possesso. Con questi strumenti, per il capo dell’esercito israeliano, l’Iran potrebbe costruire ordigni nucleari nel giro di settimane. Pertanto è necessario mantenere le sanzioni nei confronti di Teheran, anche perché Kochavi è convinto che il Paese islamico sia più debole e sul punto di cedere verso concessioni reali.

Il generale ha rivelato di aver ordinato di preparare i piani per colpire il programma nucleare iraniano. La nuova amministrazione americana ha fatto intendere di voler rientrare nell’accordo sul nucleare con l’Iran, interrotto da Donald Trump. Una scelta che appare oramai indiscutibile, dal momento che Teheran ha mostrato un riavvicinamento e la mancanza di dialogo non può che compromettere l’intera stabilità mediorientale. Le dichiarazioni di Kochavi hanno sparigliato le carte in Medio Oriente.

La pericolosità dell’accordo

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