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Paesi Bassi, un narco-Stato ben organizzato


La legislazione olandese consente di riciclare i proventi del crimine in tranquillità e sicurezza: le mafie di tutto il mondo sono rappresentate sulla piazza finanziaria di Amsterdam

Un missile anti-carro lanciato contro la redazione di un settimanale. Un camion in fiamme scagliato sulla sede di un grande quotidiano. Granate nelle zone portuali. Terra bruciata e catena di morti attorno ai pentiti. Sembra lo stillicidio di attentati tipico di una mafia sanguinaria in una delle tante roccaforti criminali in giro per il mondo, ma si tratta di fatti di cronaca avvenuti tra Amsterdam e Rotterdam solo negli ultimi due o tre anni.

Pochi associano i Paesi Bassi alla presenza mafiosa, e men che meno a una mafia penetrante, sanguinaria, sfuggente – come poteva essere la Cosa Nostra di Totò Riina negli anni ’80. E invece è proprio in uno dei Paesi d’Europa meglio valutati per qualità della vita, libertà personale e trasparenza nel mondo della politica e degli affari, che una temibile associazione a delinquere ha saputo crescere, prosperare e radicarsi, fino a spaventare ai più alti livelli: dalla fine di settembre, anche il Primo Ministro Mark Rutte è sotto un regime di protezione speciale, dopo le minacce di attentato e rapimento che i servizi di sicurezza hanno considerato legate alla mocro-maffia.

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