Si concludono le elezioni interne di Hamas, il gruppo (ritenuto terrorista) che governa Gaza. Eletto di nuovo capo del partito a Gaza Yahya Sinwar, ma non senza problemi
Si concludono le elezioni interne di Hamas, il gruppo (ritenuto terrorista) che governa Gaza. Eletto di nuovo capo del partito a Gaza Yahya Sinwar, ma non senza problemi
Sono finite con un risultato annunciato dal punto di vista dell’esito ma con molta fibrillazione e un chiaro messaggio politico, le elezioni interne di Hamas, il gruppo ritenuto terrorista da molti Paesi, che governa Gaza. Nel silenzio che contraddistingue tutte le operazioni del movimento, che nel 2006 vinse le elezioni palestinesi ma che non ha quasi mai governato, i membri del comitato politico hanno eletto di nuovo a capo del partito a Gaza, Yahya Sinwar, che era stato già eletto allo stesso ruolo nel 2017.
Non senza problemi, questa volta. Un paio di giorni fa, infatti, i giornali libanesi avevano parlato di una sconfitta di Sinwar alle elezioni a opera di Nizar Awadallah, uno dei leader storici del movimento. Ma poi mercoledì Hazim Qasim, portavoce di Hamas, in un comunicato ha annunciato la vittoria di Sinwar per un secondo mandato, fino al 2025. Su quanto sia successo, è ovviamente calato il silenzio e neanche i numeri ufficiali si conoscono, perché i risultati dovranno essere sottoposti per l’approvazione all’Hamas Shura Council, l’organismo semi-legislativo del movimento, e resi noti il mese prossimo. Ma questa comunque non schiacciante vittoria è certamente un segno di quanto sta accadendo nella Striscia.
Alcune versioni semiufficiali vogliono che alla fine di una prima tornata di voto nessuno dei candidati abbia ottenuto la maggioranza di 161 voti sui 320 disponibili, pertanto si è proceduto a una sorta di ballottaggio tra i due più votati per decretare il vincitore. E Sinwar avrebbe così conservato il posto che, nella gerarchia del movimento, è secondo solo a quello di Ismail Haniyeh, capo politico e volto esterno del movimento che vive tra Gaza e il Qatar. Proprio da quest’ultimo, Sinwar prese il posto nel 2017 e di quest’ultimo pare voglia prendere il ruolo. Dopotutto, ci dovranno anche essere le elezioni del capo politico e Haniyeh pare se la dovrà vedere con Khaled Meshal, a lungo capo del movimento che portò alla vittoria nel 2006.
Ma anche questa elezione dovrebbe essere scontata e Haniyeh, che è stato formalmente il Primo Ministro palestinese anche se dismesso da Mahmoud Abbas (Abu Mazen) dopo poco più di un anno dando il via al conflitto interno alla Palestina tra Fatah e Hamas, dovrebbe tenere l’incarico apicale. Il risultato di Sinwar ha però dato un segnale chiaro, perché il suo rivale, Awadallah, è considerato uno dei maggiori esponenti dell’ala più oltranzista. Fu lui, tra l’altro, nel 2011 a coordinare lo scambio di prigionieri con Israele che portò alla liberazione del soldato Gilad Shalit da una parte, e oltre 1000 palestinesi dall’altra, tra i quali lo stesso Sinwar. Quest’ultimo è stato l’ideatore delle proteste che fino al 2019 ogni venerdì hanno visto i gazawi far sentire la loro voce nei pressi delle barriere al confine con Israele. Ma la sua gestione della pandemia, il livello di povertà degli abitanti di Gaza sempre più basso mentre aumenta la corruzione, ne ha minato la leadership. Lui è anche visto come un punto di riferimento dall’Egitto nei negoziati con Israele e gli altri Paesi ed è anche al centro del tentativo di togliere il monopolio del Qatar sulla striscia, facendo entrare anche Emirati e Arabia Saudita, anche se Hamas ha un piano B, se i rapporti con l’Egitto dovessero deteriorarsi, fatto di contatti con Turchia e Iran.
Il leader Haniyeh ha salutato favorevolmente l’elezione e la conferma di Sinwar, inviando anche un messaggio, non tanto velato a Fatah e Mahmoud Abbas, facendo notare come almeno Hamas delle elezioni più o meno tali e più o meno democratiche interne le tiene, a differenze del partito dell’anziano leader. Che, anzi, è lacerato al suo interno non poco. Nonostante si avvicinino le tre tornate elettorali che da maggio ad agosto eleggeranno il Parlamento palestinese, il Presidente dello Stato e i membri del consiglio dell’Olp, Fatah sta sempre più perdendo di collante sia all’interno che all’esterno e Hamas è dato in testa. Non solo: giovedì Abbas ha cacciato dal partito Nsser al-Qudwa, esponente di spicco del partito, nipote di Yasser Arafat, ex Ministro degli Esteri e rappresentante palestinese all’Onu, a lungo considerato un possibile successore del Presidente.
La mossa, dopo una serie di contrasti tra i due sfociati nella decisione di al-Qudwa di presentarsi con una lista indipendente, tentando anche di appoggiare e farsi appoggiare da Marwan Barghouti, il leader incarcerato in Israele che tutti tirano per la giacchetta per farlo candidare alla presidenza contro Abbas, certamente porterà una fuoriuscita da Fatah che esacerberà le frizioni e le lacerazioni, aumentando le chance di Hamas di bissare il successo elettorale palestinese del 2006.
Si concludono le elezioni interne di Hamas, il gruppo (ritenuto terrorista) che governa Gaza. Eletto di nuovo capo del partito a Gaza Yahya Sinwar, ma non senza problemi
Sono finite con un risultato annunciato dal punto di vista dell’esito ma con molta fibrillazione e un chiaro messaggio politico, le elezioni interne di Hamas, il gruppo ritenuto terrorista da molti Paesi, che governa Gaza. Nel silenzio che contraddistingue tutte le operazioni del movimento, che nel 2006 vinse le elezioni palestinesi ma che non ha quasi mai governato, i membri del comitato politico hanno eletto di nuovo a capo del partito a Gaza, Yahya Sinwar, che era stato già eletto allo stesso ruolo nel 2017.
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