Sembra riproporsi la stagione dei gilet jaunes, movimento nato anti governativo ma trasformatosi poi in anti-sistema…
Mentre il Paese è nel bel mezzo di una agguerrita campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali, nel fine settimana si sono dati appuntamento a Parigi un nutrito gruppo di manifestanti, per protestare contro il pass vaccinale e “le misure liberticide del Governo”. I convois de la liberté, sulle orme dei freedom convoys canadesi che stanno paralizzando Ottawa in questi giorni, sono partiti da tutta la Francia alla volta della capitale francese. Auto, camper e furgoni hanno lasciato Nizza, Lille, Strasburgo, Vimy o Châteaubourg, viaggiando per due o tre giorni a velocità ridotta su strade secondarie con l’obiettivo di provare a entrare in una Parigi blindatissima.
Un centinaio di persone sono state fermate sabato nella capitale, dopo che una parte dei manifestanti non autorizzati è riuscita a raggiungere l’Avenue des Champs-Elysées, che è stata poi evacuata dalla polizia con i lacrimogeni.
Ingrossandosi man mano che s’inoltravano nella periferia di Parigi, i convogli rievocavano le proteste dei gilet gialli che, due anni e mezzo fa, hanno riempito le strade di tutto il Paese. Tra i fermati, tra l’altro, c’è anche Jerome Rodrigues, uno dei più noti leader dei mouvement des gilets jaunes, che di recente è diventato anche attivista no vax.
Oggi come allora, è complicato individuare nel movimento l’oggetto di una collera che è parecchio eterodossa. Certo, ci sono i no vax e no Green Pass che hanno già manifestato a più riprese nei mesi scorsi, ma a queste tematiche si aggiungono quelle dei gilet gialli: il carovita, il potere d’acquisto, il costo del carburante e dell’energia e un generico e complessivo antagonismo nei confronti del sistema.
Nell’insieme, le richieste dei manifestanti sono contraddittorie, persino invisibili, e lasciano il posto a slogan generici che confluiscono tutti nella parola “libertà”, scandita a gran voce da tutti i manifestanti. L’idea degli organizzatori dei convogli è mettersi in viaggio per raggiungere Bruxelles, dove oggi è in programma una grande manifestazione.
Una gatta da pelare inattesa per Macron, finora comodamente primo nei sondaggi per le presidenziali, in programma il 10 e il 24 aprile. La protesta in verità non è contro di lui, come accadde con i gilet jaunes, ma contro il sistema, stimolata anche da questo clima surreale di post quarta ondata, con il terrore che ci possa essere un ennesimo rilancio dei contagi. Intanto, la Francia si trova nuovamente con un problema di ordine pubblico, che non aiuta certo chi ha governato il Paese fino ad oggi, negli ultimi cinque anni.
Un centinaio di persone sono state fermate sabato nella capitale, dopo che una parte dei manifestanti non autorizzati è riuscita a raggiungere l’Avenue des Champs-Elysées, che è stata poi evacuata dalla polizia con i lacrimogeni.