Il Garante della Privacy osa multare la piattaforma 5 Stelle. In arrivo la ghigliottina populista
Nuova multa del Garante per la privacy all’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio. Non è bastato un anno all’associazione per risolvere i problemi di affidabilità della piattaforma digitale sui cui passano i voti e le discussioni dei pentastellati. Dopo la sanzione di 32mila euro scattata lo scorso anno a causa delle falle nella sicurezza del sistema (un’intrusione di un hacker nel 2017), l’Authority ne ha inflitta un’altra, questa volta di 50mila euro.
La piattaforma Rousseau non solo non garantisce la segretezza del voto ma anche la tracciabilità delle operazioni svolte dagli amministratori, non potendo né prevenire eventuali abusi né consentire l’accertamento a posteriori di irregolarità. Alla faccia della democrazia. Inoltre, ha un software vecchio (non aggiornato dal 2013) e potenzialmente vulnerabile agli attacchi informatici.
La multa del Garante è arrivata proprio nel giorno in cui si è votato per scegliere i 76 candidati delle Movimento per le elezioni europee di maggio, scatenando la reazione delle opposizioni. E mentre il Pd annuncia un’interrogazione parlamentare, Davide Casaleggio si difende accusando il garante Antonello Soro di scarsa trasparenza. «A capo dell’authority non può starci un ex capogruppo del Pd». Immediata la replica del Garante: «Non ho intenzione di fare polemica con alcuno, né ho bisogno di dimostrare la mia indipendenza di giudizio né quella delle mie colleghe nell’esercizio del mandato… Se il dottor Casaleggio ha rilievi da muovere può ricorrere, come previsto dalla legge, al giudice ordinario».
Nella polemica, si è inserito anche Luigi Di Maio che lancia un avvertimento a Soro: «Ci sono nomine in scadenza, anche quella del garante». Dichiarazione coerente con il teorema populista, in virtù del quale le autorità indipendenti non dovrebbero esistere, perché non unte dal voto popolare, l’unico a poter investire una persona di un potere di governance…
Quindi, presto avremo un Garante emanazione della maggioranza di Governo, scelto più sulla base dell’alta fedeltà che della competenza, come purtroppo hanno fatto in passato anche altri Governi, compromettendo forse oggi il diritto dei protagonisti di ieri a criticare.
Ma non possiamo giustificare un comportamento che disprezza autonomie e competenze con gli errori del passato, oggi assurti a teorema di buona governance…
@GiuScognamiglio
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