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Polonia e Ungheria si riavvicinano dopo le divisioni sull’Ucraina


Varsavia ha assunto una posizione di netta condanna contro la Russia, diversamente da Budapest che ha persino sottoscritto un nuovo accordo con Gazprom. Intanto arriva l’allarme dell'Ue: serve strategia per l'acquisto di armi

Polonia e Ungheria, i due Stati paria dell’Unione europea con pesanti procedure d’infrazione che gravano sulle loro possibilità di accesso ai fondi Ue, riprendono il cammino del dialogo dopo mesi di tensioni sull’invasione della Russia in Ucraina. Ad annunciarlo il Primo Ministro polacco Mateusz Morawiecki, che ha parlato di impegno per ricercare “una formula capace di individuare le discrepanze esistenti, rispettare le sensibilità degli amici ucraini e riprendere attività comuni con l’Ungheria nelle aree dove vengono condivisi maggiormente valori e interessi”.

Una proposta certamente estemporanea, quella raccontata dal Pm polacco, per una politica di riavvicinamento verso un amico come Viktor Orbán, storicamente sodale nelle battaglie contro la Commissione europea e allineato nelle posizioni critiche sull’operato di Bruxelles. Ma il tentativo di Morawiecki è da leggere proprio nel contesto del blocco ai fondi europei, finalizzato a cercare un alleato che possa far pressioni su Ursula von der Leyen per sbloccare le ingenti risorse.

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