Pompeo potrebbe incontrare i funzionari cinesi alle Hawaii, in un momento di altissima tensione con Pechino. Intanto, lunedì parteciperà in videoconferenza al vertice dei leader europei
Pompeo potrebbe incontrare i funzionari cinesi alle Hawaii, in un momento di altissima tensione con Pechino. Intanto, lunedì parteciperà in videoconferenza al vertice dei leader europei
Secondo il quotidiano Politico, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo starebbe organizzando, senza grande clamore, un viaggio alle Hawaii per riunirsi con dei funzionari cinesi. Reuters scrive che Pompeo incontrerà Yang Jiechi, che in passato è stato ambasciatore negli Stati Uniti e che oggi invece dirige l’ufficio per gli affari esteri del Partito comunista cinese. Si tratterà dunque – qualora i preparativi vadano a buon fine – di un incontro di alto profilo tra i due maggiori rappresentanti della politica estera di Washington e di Pechino.
Il contesto Usa-Cina dietro l’incontro alle Hawaii
Incontro che, se ci sarà, giungerà in un momento di fortissime tensioni fra le due superpotenze (sul commercio, sulla pandemia, su Taiwan, su Hong Kong), con le relazioni bilaterali precipitate ai minimi. Se un pieno rilancio dei rapporti non sembra probabile, il vertice alle Hawaii potrebbe quantomeno costituire l’occasione per distendere i toni. Proprio Pompeo, peraltro, è stato il funzionario americano che più ha attaccato la Cina per le sue presunte responsabilità nella gestione della crisi del Covid-19: ha chiamato ripetutamente il coronavirus Wuhan virus o Chinese virus; ha accusato Pechino di nascondere la verità. La propaganda del Governo cinese – che ha nel giornale Global Times uno dei suoi megafoni principali – ha sempre risposto e attaccato Pompeo a sua volta.
Una totale distensione con Pechino non rientra esattamente negli interessi più immediati del Presidente Donald Trump, la cui campagna elettorale in vista del voto di novembre si è finora basata su un duro messaggio anticinese. D’altra parte – e sempre ai fini della rielezione –, anche la ripresa economica è un aspetto prioritario per Trump, che non può ignorare il fatto che le economie americana e cinese siano fortemente intrecciate.
A metà gennaio Washington e Pechino hanno raggiunto un accordo (definito di “Fase 1”) che funge da tregua nella guerra commerciale: gli Stati Uniti hanno rimosso alcuni dazi e la Cina si è impegnata ad acquistare beni americani per 200 miliardi entro il 2021. La pace vera però non è ancora stata firmata, né l’intesa affronta o risolve i temi cruciali dello scontro fra le due potenze (il primato globale e tecnologico).
Ritornando all’attualità, se Trump dovesse spingersi troppo oltre con gli attacchi alla Cina, correrebbe il rischio che quest’ultima non rispetti i termini della tregua: l’economia americana, già indebolita dalla crisi del coronavirus, ne risentirebbe e il sostegno di Trump in vista di novembre potrebbe risentirne.
Pompeo in Europa
Al di là della riunione, ancora incerta, con i funzionari cinesi, di sicuro c’è che lunedì Pompeo parteciperà in videoconferenza al vertice dei Ministri degli Esteri europei. Anche in questo caso, è probabile che la presenza del Segretario di Stato americano generi qualche tensione dato che – come sembra – Pompeo chiederà all’Europa di sostenere maggiormente Washington nel suo confronto con Pechino.
Ma l’Unione europea, piuttosto che aderire pienamente all’approccio americano, sta cercando di elaborare una propria strategia nei confronti di Pechino. Pur senza mettere in dubbio la fondamentale alleanza con gli Stati Uniti e tenendo sempre a mente sia le differenze politiche ed economiche con la Cina, sia la “rivalità sistemica” – così è stata definita dalla Commissione – con il Dragone.
La definizione di un approccio comune europeo è tuttavia complicato dalle divergenze fra i Paesi membri. La Germania, ad esempio, è molto vicina alla Cina da un punto di vista commerciale; l’Italia ha firmato un memorandum d’intesa sulla nuova Via della seta, un’iniziativa di natura geopolitica; la Svezia è invece particolarmente fredda verso Pechino.
Secondo il quotidiano Politico, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo starebbe organizzando, senza grande clamore, un viaggio alle Hawaii per riunirsi con dei funzionari cinesi. Reuters scrive che Pompeo incontrerà Yang Jiechi, che in passato è stato ambasciatore negli Stati Uniti e che oggi invece dirige l’ufficio per gli affari esteri del Partito comunista cinese. Si tratterà dunque – qualora i preparativi vadano a buon fine – di un incontro di alto profilo tra i due maggiori rappresentanti della politica estera di Washington e di Pechino.
Il contesto Usa-Cina dietro l’incontro alle Hawaii
Incontro che, se ci sarà, giungerà in un momento di fortissime tensioni fra le due superpotenze (sul commercio, sulla pandemia, su Taiwan, su Hong Kong), con le relazioni bilaterali precipitate ai minimi. Se un pieno rilancio dei rapporti non sembra probabile, il vertice alle Hawaii potrebbe quantomeno costituire l’occasione per distendere i toni. Proprio Pompeo, peraltro, è stato il funzionario americano che più ha attaccato la Cina per le sue presunte responsabilità nella gestione della crisi del Covid-19: ha chiamato ripetutamente il coronavirus Wuhan virus o Chinese virus; ha accusato Pechino di nascondere la verità. La propaganda del Governo cinese – che ha nel giornale Global Times uno dei suoi megafoni principali – ha sempre risposto e attaccato Pompeo a sua volta.
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