L’atteso discorso di Vladimir Putin in occasione del Giorno della Vittoria offre numerosi spunti di riflessione. Il direttore dell’intelligence Usa al Financial Times: “Avevamo capito preventivamente i piani russi”
“La Russia ha rifiutato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta”. L’atteso discorso di Vladimir Putin in occasione della Giornata della Vittoria offre numerosi spunti di riflessione, specie per quanto non è stato detto a livello di escalation, col Presidente della Federazione che si è concentrato principalmente sul passato della sua nazione e sui principi patriottici e nazionalistici.
Dal passato al presente
Nessun riferimento a nuove armi, non un accenno al pericolo nucleare: una scelta di rimanere più legato ai temi del ricordo della Seconda guerra mondiale, in Russia chiamata grande guerra patriottica, la cui “memoria non svanisce mai. In questo giorno, nel flusso infinito del Reggimento immortale, figli, nipoti e pronipoti degli eroi della Grande Guerra Patriottica, portano fotografie dei loro parenti, soldati caduti che sono rimasti per sempre giovani e veterani che ci hanno già lasciato”.
Ma parlando del tragico presente, il Presidente russo afferma: “Siamo orgogliosi della generazione invincibile e valorosa di vincitori, siamo i loro eredi, è nostro dovere conservare la memoria di coloro che hanno schiacciato il nazismo, che ci hanno lasciato in eredità a essere vigili e fare di tutto affinché l’orrore di una guerra globale non succeda più”. Un passaggio importante che stona evidentemente con l’invasione dell’Ucraina, per la quale, secondo Putin, “la Russia ha invitato l’Occidente a un dialogo onesto, a cercare soluzioni ragionevoli e di compromesso, a tener conto dei reciproci interessi. Tutto invano”.
Perché per il capo della Federazione, “nonostante tutti i disaccordi nelle relazioni internazionali, la Russia ha sempre sostenuto la creazione di un sistema di sicurezza uguale e indivisibile, un sistema vitale per l’intera comunità mondiale. Nel dicembre dello scorso anno abbiamo proposto di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza”. Ma ha ricevuto picche da Nato e Stati Uniti, motivo per cui “la Russia ha rifiutato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta. La decisione di un Paese sovrano, forte, indipendente”.
William Burns: “Per Putin la finestra d’intervento si stava chiudendo”
In un’intervista al Financial Times, il Direttore della Cia William Burns racconta delle settimane che hanno preceduto l’invasione russa in Ucraina. Come scritto da eastwest, tra il 2 e il 3 novembre Burns si recò di persona in Russia per discutere, con l’apparato militare della Federazione, lo stato delle relazioni con gli Stati Uniti e per avvisare direttamente della conoscenza dello spostamento delle truppe militari russe al confine con l’Ucraina. Una missione piuttosto rara per un capo della Central Intelligence Agency, a dimostrazione dell’importanza — o meglio, della gravità della situazione — che si stava andando a verificare.
“I dettagli e la precisione di quanto abbiamo visto relativamente ai piani russi, insieme all’assoluta convinzione di Putin che la finestra per l’uso della forza si stesse chiudendo” hanno portato alla certezza che un’invasione si sarebbe verificata, ha commentato il Direttore della Cia. “Abbiamo avuto numerose notti insonni cercando di capire se fosse giusto o meno, e altrettante notti insonni sperando che ci stessimo sbagliando”, ha confidato Burns a Edward Luce, national editor del Ft.
Sulla fuga di notizie relative al supporto Usa che ha permesso l’uccisione di 12 generali russi e l’affondamento della nave Moskva, per Burns è “irresponsabile, rischioso, pericoloso quando si parla troppo, che sia un leak o una discussione su una specifica questione d’intelligence. È però un grave errore sottostimare le capacità dell’intelligence ucraina. Questa è la loro nazione”.
La questione nucleare, non citata da Putin nel discorso del 9 maggio, viene presa in considerazione da Burns, che ricorda: “Siamo le uniche superpotenze nucleari. Insieme, controlliamo il 90% delle armi nucleari mondiali e persino nei peggiori momenti della guerra fredda, sia la leadership russa che quella americana hanno dimostrato di capire che questa è una grande capacità dalla quale derivano grandi responsabilità. È fondamentale che la Russia riardi che non è una responsabilità solo russa o americana ma verso l’intera comunità internazionale”.
L’atteso discorso di Vladimir Putin in occasione del Giorno della Vittoria offre numerosi spunti di riflessione. Il direttore dell’intelligence Usa al Financial Times: “Avevamo capito preventivamente i piani russi”
“La Russia ha rifiutato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta”. L’atteso discorso di Vladimir Putin in occasione della Giornata della Vittoria offre numerosi spunti di riflessione, specie per quanto non è stato detto a livello di escalation, col Presidente della Federazione che si è concentrato principalmente sul passato della sua nazione e sui principi patriottici e nazionalistici.