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Paesi Bassi, per Rutte isolare la Cina non aiuterà la minoranza uigura


Il leader conservatore giustifica la sua posizione spiegando che non si dovrebbero isolare le nazioni con standard diversi da quelli europei. Resta lontana la riapertura del dossier sul trattato di libero scambio Ue-Cina

Per il Primo Ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte la questione del trattamento della minoranza musulmana degli uiguri in Cina, nella regione autonoma dello Xinjiang, non è tanto grave da dover fermare le relazioni con Pechino. Le sue dichiarazioni arrivano direttamente da Bruxelles, successivamente al summit Ue di sabato scorso. Aprendo un potenziale caso all’interno della famiglia europea, che proprio sul tema dei diritti umani negati agli uiguri ha fondato lo stop al Cai, il Comprensive Agreement on Investment che avrebbe segnato l’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e la Cina.

Secondo Rutte, tagliare i rapporti con Pechino “non aiuterebbe nessuno a Hong Kong, né gli uiguri”, aggiungendo che “questa è solo una delle ragioni per le quali sono convinto che l’Ue debba essere una potenza più geopolitica. Dobbiamo sviluppare le nostre politiche verso la Cina, insieme agli Stati Uniti”, ha proseguito. Il Pm olandese sostiene di aver parlato della condizione degli uiguri anche con il suo omologo cinese Li Keqiang nel corso dell’ultima occasione utile, sostenendo inoltre che “non si possono chiudere relazioni con Stati che non hanno i nostri stessi standard”.

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