Nel 2021 il numero delle Ambasciate turche nel continente è più che raddoppiato. Ankara sta diventando un punto di riferimento per l’economia, in forte contrasto con la Cina
Le Ambasciate della Turchia operative in Africa nel 2002 erano 12. Nel 2021, il numero è più che raddoppiato, arrivando a 43. L’interesse di Ankara verso il continente africano è crescente e costante e, confrontando l’attività della Cina, altra nazione estremamente attiva che ha, però, tagliato l’impegnò finanziario di Pechino dai 60 miliardi di dollari del 2018 ai 40 proposti per l’anno corrente, diventa sempre più punto di riferimento per le economie degli Stati.
Rispolverando la dottrina dell’ex Ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu, la ‘profondità strategica’ turca in Africa si fa sentire e il terzo Turkey-Africa Partnership Summit di İstanbul della prossima settimana segna un ulteriore passo in avanti nelle relazioni tra le due realtà. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha visitato 30 Paesi africani, segno di impegno concreto, che stride con l’assenza fisica del suo omologo cinese Xi Jinping all’ultimo Forum on China-Africa Cooperation (Focac).
Il Focac 2021 è stato organizzato a livello ministeriale, senza la presenza dei leader delle nazioni. L’intervento in remoto di Xi non ha dato particolare nuova linfa alle relazioni tra la Cina e il continente africano, semmai segnandone un apparente disimpegno, con una diminuzione delle attività. Dai 50 progetti del 2018 si passa ai 10 del 2021, dalle 50mila borse di studio e le 50mila opportunità di apprendimento lavorativo si è passati a 10mila posti per seminari e training per i talenti locali: una decrescita che arriva al 90%.
Ancor più significativa l’assenza di nuovi impegni infrastrutturali cinesi in Africa. Nel corso dell’ultimo Focac, Xi non menziona mai la parola “infrastruttura”, diversamente da quanto accaduto nell’intervento del 2018. Come notato da Brookings Institution, certamente non si assisterà a un’uscita di scena di Pechino dal continente, visto il legame ventennale che intercorre tra le realtà e i numerosi progetti edificati — e in divenire — in questi anni. Tuttavia, si nota un cambio di rotta, quadro nel quale altre nazioni potrebbero giocare un ruolo, su tutte proprio la Turchia.
“Stiamo diventando il principale partner commerciale dell’Africa”, disse Erdogan a ottobre, poco prima del suo tour diplomatico in Angola, Nigeria e Togo. “Le nostre relazioni con le nazioni africane non si basano sul colonialismo, vogliamo vincere insieme ai fratelli e le sorelle in tutto il continente”. Se nel 2003 il volume d’affari con l’Africa si fermava a 5.4 miliardi di dollari, nel 2020 la cifra è decollata a 25.3 miliardi. Oggi la politica turca in Africa è onnicomprensiva, toccando non solo il settore puramente commerciale ma anche degli aiuti umanitari, della cultura, della diplomazia e, importantissimo, il supporto militare.
“Come Turchia, rifiutiamo l’approccio orientalista occidentale-centrico verso il continente africano. Abbracciamo i popoli dell’Africa senza discriminazioni”, affermò il Presidente turco nel corso dell’intervento al Parlamento dell’Angola. E in concreto questo si trasforma nella volontà di raddoppio del commercio bilaterale a 50 miliardi di dollari, come annunciato da Erdogan il 22 ottobre al terzo Turkey-Africa Economic and Business Forum. Il Turkey-Africa Partnership Summit sarà l’occasione per comprendere meglio quale sarà il futuro dei rapporti tra Ankara e il continente africano.
Nel 2021 il numero delle Ambasciate turche nel continente è più che raddoppiato. Ankara sta diventando un punto di riferimento per l’economia, in forte contrasto con la Cina