Il Ministero degli Esteri di Mosca parla di evento centrale per l’agenda bilaterale tra i due Paesi, Pechino smorza gli entusiasmi: “Nessuna informazione da fornire al momento”
Mancanza di coordinamento tra le diplomazie di Russia e Cina, passo più lungo della gamba per il Cremlino o semplice tattica in vista del viaggio del Segretario di Stato Usa Antony Blinken a Pechino? Il Ministero degli Esteri di Mosca ieri ha annunciato che il Presidente cinese Xi Jinping visiterà la Federazione nel 2023: un viaggio dall’alto valore aggiunto per la nazione di Vladimir Putin, che ne enfatizza l’importanza spiegando che “sarà l’evento centrale nell’agenda bilaterale” per l’anno appena iniziato.
Ci si immaginerebbe un comunicato di rafforzamento dell’annuncio russo anche da parte cinese, ma così ancora non è stato. Non solo, non si intravede neanche l’ipotesi di conferma del viaggio del Presidente Xi. Interpellata nel corso della quotidiana conferenza stampa, la Portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning ha riferito che, “per quanto riguarda questa visita, non ho nulla da condividere al momento”. Ovvero: nessun sì chiaro, per ora, relativamente all’evento comunicato da Mosca. “Cina e Russia intrattengono strette comunicazioni a diversi livelli con l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo delle relazioni bilaterali, contribuendo alla pace e allo sviluppo”, ha chiosato Mao.
La mossa russa potrebbe essere interpretata in chiave tattica, vista l’imminente visita del Segretario di Stato Blinken in Cina. Una visita discussa da tempo tra le diplomazie dei Governi di Pechino e Washington, che lo scorso dicembre a Langfang, nella Provincia dell’Hebei, hanno tracciato la strada per l’incontro ad inizio 2023. In Cina si sono recati Daniel Kritenbrink, diplomatico incaricato degli affari per l’Asia Orientale e Laura Rosenberger, Senior Director per la Cina del National Security Council, i quali sono stati accolti dal Vice Ministro degli Esteri Xie Feng.
Da quanto si è appreso, l’incontro è stato franco ed approfondito, definito persino costruttivo dal Ministero degli Esteri cinese, utile per ricordare alla comunità internazionale la necessità del dialogo persino all’apice della tensione e nonostante i reciproci fastidi in essere. Si attendono, ora, i frutti del lavoro delle diplomazie, con l’imminente viaggio di Blinken che non cambierà le sorti del confronto tra Cina e Stati Uniti ma che permetterà al Dipartimento di Stato di pressare la nomenclatura pechinese sul prendere le distanze dalle politiche putiniane in Ucraina. Nonostante le cupe previsioni del Generale Mike Minihan, a capo dell’Air Mobility Command, su una possibile guerra diretta tra Usa e Cina nel 2025, si punta ancora al dialogo tra le due sponde del Pacifico. Con possibili ed eventualmente sorprendenti avvicinamenti sulla questione russa.
Ci si immaginerebbe un comunicato di rafforzamento dell’annuncio russo anche da parte cinese, ma così ancora non è stato. Non solo, non si intravede neanche l’ipotesi di conferma del viaggio del Presidente Xi. Interpellata nel corso della quotidiana conferenza stampa, la Portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning ha riferito che, “per quanto riguarda questa visita, non ho nulla da condividere al momento”. Ovvero: nessun sì chiaro, per ora, relativamente all’evento comunicato da Mosca. “Cina e Russia intrattengono strette comunicazioni a diversi livelli con l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo delle relazioni bilaterali, contribuendo alla pace e allo sviluppo”, ha chiosato Mao.