In realtà, il Paese è certamente uno dei più avanzati nello sviluppo di armi ipersoniche, insieme agli Stati Uniti e alla Cina. Ma non è chiaro chi abbia il primato, dato che è molto complicato confrontare le capacità ipersoniche di tutte le nazioni
Secondo il suo Presidente, Vladimir Putin, la Russia è il Paese “chiaramente” più avanti per capacità missilistiche ipersoniche. E quando, dice, gli altri partecipanti alla “corsa” saranno arrivati al suo livello – la Cina ma soprattutto gli Stati Uniti, viste le tante tensioni bilaterali –, Mosca avrà già sviluppato dei sistemi di difesa e contrasto.
Le frasi di Putin vanno in realtà accolte con grande scetticismo. Che si tratti di propaganda è chiaro, innanzitutto per il contesto in cui sono state pronunciate: in un documentario intitolato Russia: nuova storia andato in onda domenica (dove tra l’altro viene detto che il collasso dell’Unione sovietica ha fatto venir meno la “Russia storica”, che Putin considera più grande dell’attuale federazione).
L’altro motivo è invece più tecnico. Mettere a confronto le capacità ipersoniche di Paesi diversi – parliamo di missili velocissimi e manovrabili, che viaggiano per l’alta atmosfera terrestre e sono capaci di evadere la contraerea moderna – è complicato: sia perché, trattandosi di tecnologie strategiche, nessun Governo ne rende pubblici i dettagli; sia perché “ipersonico” è un termine ombrello che racchiude sistemi diversi.
La Russia è certamente una delle nazioni più avanzate nello sviluppo di armi ipersoniche, assieme agli Stati Uniti e alla Cina: chi detenga il primato, tuttavia, non è chiaro. La Banca mondiale riporta però che nel 2020 l’America ha destinato 778 miliardi di dollari alla spesa militare, contro i 62 miliardi della Russia.
A luglio, comunque, Mosca ha annunciato il test, avvenuto con successo, di un missile da crociera ipersonico chiamato Zircon (o Tsirkon): stando ai comunicati ufficiali, è stato sparato da una nave nel mar Bianco e ha viaggiato a una velocità sette volte superiore a quella del suono prima di colpire un bersaglio a terra a 350 chilometri di distanza circa. Il mese scorso Putin disse che il periodo di collaudo dello Zircon è quasi giunto al termine e che il missile verrà fornito alla marina militare russa a partire dal 2022. In precedenza aveva ventilato la possibilità di schierare navi e sottomarini con missili ipersonici al di fuori delle acque territoriali statunitensi nel caso in cui Washington avesse installato armi nucleari a portata intermedia in Europa.
Al di là della retorica bellicosa di Putin, a giudicare dalle dichiarazioni degli apparati militari americani quella alle armi ipersoniche è una corsa a due: Stati Uniti contro Cina. La Russia non ottiene le stesse attenzioni. Anche perché è una corsa che ha a che vedere con la “qualità”, come ha detto poche settimane fa il segretario all’Aeronautica Frank Kendall a Reuters. Che pure riconosce che Washington, sull’ipersonico, non ha fatto “abbastanza”.
In realtà, il Paese è certamente uno dei più avanzati nello sviluppo di armi ipersoniche, insieme agli Stati Uniti e alla Cina. Ma non è chiaro chi abbia il primato, dato che è molto complicato confrontare le capacità ipersoniche di tutte le nazioni