Le 24 ore che hanno sconvolto lo scenario politico e militare della Federazione russa: la crisi della strategia di Putin e quale sarà il futuro ruolo del Gruppo Wagner. Non è chiaro se Prigozhin si trova in Russia o in Bielorussia.È tangibile a livello internazionale la portata della crisi in atto in Russia, con il Governo moscovita che ha dovuto fare i conti col fuoco amico della milizia privata del Gruppo Wagner e che nel prossimo futuro dovrà ricalibrare la propria capacità di mediazione tra le forze che compongono il Paese. Quello di Vladimir Putin è stato a più riprese definito ruolo di arbitro, ovvero di figura attorno alla quale hanno orbitato per anni poteri di vario tipo, col Presidente abile burattinaio di una complessa rete che permette il funzionamento della macchina della Federazione.
Lo scontro aperto tra Prigozhin e Shoigu
Non si scopre certamente nel weekend appena trascorso che il leader del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, fosse deluso e amareggiato dall’andamento dell’invasione russa in Ucraina, ma il sentore di una vera e propria ribellione contro il Cremlino non era percepito a livello generale. Dopo settimane di messaggi critici verso gli alti esponenti militari e direttamente contro il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, la prova di forza voluta da Prigozhin ha innescato una serie di problematiche non previste, tra le quali un certo grado d’appoggio da parte della popolazione e lo sbiadirsi dell’immagine di Putin, che nel tempo ha alimentato un’aurea di invincibilità.
Shoigu in video
Il Ministro Shoigu è apparso questa mattina impegnato in alcune visite all’esercito. Il video è stato trasmesso dai canali ufficiali della Difesa, ma non è chiaro se il filmato è stato realizzato nella giornata odierna, né si comprende l’esatta location. Certamente si può definire come un tentativo di mostrare stabilità rispetto a quanto avvenuto, con Shoigu che, parlando alle truppe, ringrazia i soldati per “l’efficienza dimostrata nella situazione attuale”. Nessuna traccia, per ora, di Prigozhin, che dovrebbe essere in Bielorussia, Paese di Aleksandr Lukashenko, che avrebbe permesso la mediazione tra il capo del Gruppo Wagner e il Cremlino.
L’inchiesta contro Prigozhin, le difficoltà nella sostituzione del Gruppo Wagner
Nonostante l’accordo raggiunto, che ha indotto i mercenari a ritirarsi a poche centinaia di chilometri da Mosca, tecnicamente l’inchiesta contro Prigozhin dei servizi segreti russi, FSB, è ancora in piedi. Un passaggio non scontato che rimane delicatissimo, dato che il leader del gruppo rischia una condanna a 20 anni di carcere. La notizia arriva da fonti della Procura Generale russa citate da Kommersant: l’accusa è di organizzazione di insurrezione armata. In tal caso, non si esclude la presenza di Prigozhin ancora su territorio russo. Sarà difficile per il Governo moscovita sostituire il ruolo del Gruppo Wagner, utile non solo in Ucraina ma in molteplici scenari, come quello africano, che ha visto l’organizzazione di Prigozhin protagonista in Libia, in Sudan e nell’area saheliana.
Fragilità, ripristino dell’ordine, le reazioni internazionali
Il Re è nudo? Questa domanda assume una risposta diversa a seconda di chi la formula. Ad esempio, il quotidiano governativo cinese Global Times parla di wishful thinking occidentale quello di vedere Putin indebolito dall’azione del Gruppo Wagner, bollata come forte richiesta di miglior trattamento per i mercenari guidati da Prigozhin, in una sfida diretta al solo Shoigu. Il Governo di Pechino, tramite il Ministero degli Esteri, descrive l’avvenimento come un fatto di politica interna, commento arrivato dopo l’incontro tra il Ministro Qin Gang e il Vice Ministro russo Andrey Rudenko. In un’altra nota, Mosca parla di supporto ricevuto dalla leadership cinese alla stabilizzazione della situazione, riaffermando “l’interesse al rafforzamento della coesione per la prosperità della Russia”.
Diverso l’atteggiamento occidentale, su tutti gli Stati Uniti che, tramite il Segretario di Stato Antony Blinken, intervenuto su diversi canali televisivi Usa, ha parlato di “vere fratture all’interno della Russia che sollevano quesiti importanti”. Secondo il Segretario “non abbiamo ancora visto l’ultimo atto” del potere putiniano, e aggiunge che quanto avvenuto nello scontro con Prigozhin “è una distrazione in più che avvantaggia l’Ucraina”. In mattinata sono arrivati i primi interventi del Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale “gli eventi mostrano l’errore strategico di Putin avviato con l’invasione dell’Ucraina”.