Solo il 30% dei Russi si è vaccinato e dunque aumentano vertiginosamente contagi e decessi. L’Italia esempio virtuoso per il mondo
Non sembra arrestarsi la nuova ondata di Covid in Russia. Ieri, nuovo record con 34.303 casi in 24 ore, accompagnati da 997 morti, dopo i 1.002 di venerdì, il massimo dall’inizio della pandemia. Il bilancio complessivo delle vittime sale così a quota 223.312, numeri secondo alcuni sottodimensionati rispetto alla vastità del fenomeno. Tra luglio e settembre, i decessi giornalieri non sono mai scesi sotto i settecento. La Russia è la quinta nazione al mondo per numero di morti causati dalla pandemia, dopo Stati Uniti, Brasile, India e Messico.
La più alta concentrazione di casi è rilevata nelle aree urbanizzate della Russia occidentale e lungo la costa del Pacifico, nelle città di Vladivostok e Khabarovsk, ma anche le scarsamente popolate regioni siberiane di Sakha e Chukotka, nell’estremo nord-est, mostrano tassi elevati, con oltre 150 infezioni ogni 100.000 persone
Sebbene le fonti ufficiali neghino che gli ospedali siano in difficoltà, tranquillizzando la popolazione sulla possibilità delle strutture ospedaliere di accogliere i malati di Covid-19, cresce la preoccupazione per la scarsa propensione dei cittadini a vaccinarsi.
Nonostante la Russia sia stato il primo Paese al mondo ad approvare un vaccino contro il coronavirus, lo Sputnik V, disponibile da agosto 2020, le vaccinazioni procedono a rilento. Secondo i dati, il 34% della popolazione (circa 50 milioni di persone) ha ricevuto la prima dose, e soltanto il 31% ha completato l‘intero ciclo. Nonostante gli sforzi per invogliare la popolazione attraverso lotterie, bonus e altri incentivi, i sondaggi indicano che più del 50% dei russi non intende vaccinarsi.
“Sapete che i numeri dei contagi stanno crescendo in molte regioni e i medici lavorano in condizioni difficili… La vaccinazione può salvarci dal virus e da un decorso grave della malattia. È necessario intensificare il ritmo di vaccinazione”, ha dichiarato il Presidente Vladimir Putin martedì scorso.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che finché gli ospedali reggeranno non sono previsti nuovi lockdown come all’inizio della pandemia, cosa che ha gravemente danneggiato l’economia e la popolarità del Presidente Putin. Alcune regioni russe starebbero però valutando l’introduzione di un pass sanitario per accedere ad alcuni luoghi pubblici, che attesti l’avvenuta vaccinazione o la negatività al tampone.
La sfiducia nelle istituzioni sembra sia alla base dello scetticismo del 50% dei Russi nei confronti del vaccino, come accade anche tra i no vax dell’Italia meridionale. Tuttavia, per passare dalla fase pandemica a quella endemica (cioè permanenza del virus tra noi, senza danni eccessivi), è necessario portare le percentuali dei vaccinati quasi al 100%. Lo dimostrano non solo il caso Russia ma anche l’approccio liberal di Londra che, dopo una prima fase di lotta efficace al Covid, basata su organizzazione e vaccini a tappeto, ora sta scontando un rialzo critico di contagi e decessi per aver abbassato la guardia troppo presto.
Il caso Italia, una volta tanto, è citato come esemplare anche sulla grande stampa anglosassone, Washington Post e New York Times in testa.
Sebbene le fonti ufficiali neghino che gli ospedali siano in difficoltà, tranquillizzando la popolazione sulla possibilità delle strutture ospedaliere di accogliere i malati di Covid-19, cresce la preoccupazione per la scarsa propensione dei cittadini a vaccinarsi.