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Scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Talebani. Kabul: “Al via una nuova era”


Dopo 17 anni torna libero Bashir Noorzai, signore della droga accusato di aver immesso nei mercati occidentali eroina pari a 50 milioni di dollari. Restituito alla sua famiglia Mark Frerichs, contractor sequestrato nel 2020

Lo scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Talebani potrebbe segnare un nuovo punto di partenza nel rapporto tra i Governi di Washington e Kabul, che nell’ambito degli Accordi di Doha portano a termine la liberazione di Bashir Noorzai e Mark Frerichs. Arrestato nel 2005, Nororzai ha finora scontato la pena nel carcere di Guantanamo con l’accusa di aver immesso nei mercati statunitense ed europeo un quantitativo di eroina pari a 50 milioni di dollari; Frerichs, ingegnere nonché veterano dell’esercito, venne rapito nel febbraio del 2020.

Viene così rispettato quanto sottoscritto nell’agreement del 29 febbraio 2020, tanto che il Ministro degli Esteri designato dai Talebani, Amir Khan Muttaqi, apre a una nuova era nelle relazioni tra Washington e Kabul. “Questo può essere un nuovo capitolo nelle relazioni tra Afghanistan e Stati Uniti, lo scambio può aprire le porte a nuovi negoziati”, ha affermato l’esponente Taliban. Il Presidente Joe Biden aveva ammonito a inizio anno che la liberazione di Frerichs rappresentava il punto di partenza per qualunque tipo di considerazione futura sulla legittimazione dei Talebani, e di conseguenza del loro Governo. Nel commentare la liberazione di Frerichs, il Segretario di Stato Antony Blinken ricorda “l’intenso lavoro svolto con i Talebani”, fondamentale per “riportare Mark dai suoi cari”

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