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Spagna: i golden visa e la crisi abitativa


In dieci anni, i canoni di affitto sono aumentati del 50%, a fronte di una crescita dei salari di poco più del 3%. E la Spagna è diventata lo stato europeo in cui i costi abitativi rappresentano una porzione maggiore del reddito, in media il 40%.

La Spagna eliminerà il programma di “golden visa” e non garantirà più i permessi di residenza agli stranieri che investono cifre significative nel Paese. La decisione era stata annunciata nei giorni scorsi dal primo ministro Pedro Sanchez ed è stata formalizzata martedì, in una riunione di governo. Sanchez ha detto che i golden visa non rappresentano “il modello di stato che vogliamo” e ha motivato la misura anche con la necessità di affrontare la crisi edilizia ed abitativa: “Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare che esista un diritto all’abitazione e che il settore non sia colpito da un business speculativo”.

Ad oggi, la Spagna garantisce un visto a quegli stranieri che investono nel settore immobiliare o nei titoli di stato. In questi casi, la possibilità di ottenere un golden visa è subordinata soltanto alla quantità di denaro investito: ne ha diritto chi compra una proprietà dal valore di almeno 500mila euro o chi investe almeno 2 milioni di euro in titoli di stato o in compagnie spagnole emergenti.

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