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Sport è soft power


Da tempo lo sport è sinonimo di potere globale, approccio che negli Usa è connaturato allo spirito competitivo di un popolo eterogeneo per definizione

Da tempo lo sport è sinonimo di potere globale, approccio che negli Usa è connaturato allo spirito competitivo di un popolo eterogeneo per definizione

Non sono stati i primi a capire l’importanza dello sport in termini di forza politica, ma è indubbio che gli Stati Uniti abbiano esaltato un aspetto che per altri era stato essenzialmente “estetica del potere”. La Germania hitleriana ci era arrivata ma di certo a quei tempi non esisteva la televisione. Figuriamoci smartphone, tablet e altre piattaforme. Lo chiamano soft power, ma a ben vedere, di soft c’è ben poco. Chi trionfa ai Giochi olimpici impone di fatto un’immagine che va molto oltre il fatto agonistico. Vincere diventa narrazione epica a tutti gli effetti e la narrazione si trasforma a sua volta in modello comunicativo e mezzo strategico. L’egemonia come tramite di superiorità anche in chiave geopolitica. Ma prima di vedere come si organizza lo sport negli Usa in termini non soltanto di business, c’è qualche considerazione di tipo storico-culturale.

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