Solo il 36% dei cittadini Usa approva il lavoro del Presidente. Male in campo economico: il 70% contro il leader democratico
Notoriamente i sondaggi rischiano di non rappresentare la realtà politica fattuale, specie a distanza di tempo dalle elezioni. Ciononostante, le rilevazioni sugli elettori degli Stati Uniti a poco più di un anno dalla tornata per le presidenziali, che verosimilmente porteranno a un faccia a faccia decisivo tra Joe Biden e Donald Trump, lanciano un grave allarme in casa democratica, non il primo ma oramai l’ultimo di una lunga serie. Secondo una lavorazione Washington Post/ABC, l’ex Presidente sarebbe in vantaggio di 10 punti, con l’attuale inquilino della Casa Bianca che mal starebbe agendo, secondo gli intervistati, in campo economico, sull’immigrazione e in politica estera, in particolar modo con quanto sta avvenendo in Ucraina.
Il sondaggio è stato apertamente criticato da numerosi esperti del settore. Lo stesso Washington Post ha letteralmente messo le mani avanti, segnalando che gli esiti del sondaggio si discostano in larga misura da altre rilevazioni compiute, definendolo in termini statistici outlier. Ciononostante, per RealClearPolitics, portale che raccoglie informazioni generali sui vari sondaggi, Trump sarebbe comunque sopra l’attuale Presidente, seppur di pochi dati percentuali (+1.2%). Un’altra rilevazione, pubblicata nei giorni scorsi a cura di NBC, dà i due candidati entrambi al 46%, un testa a testa che sembra più uno scontro tra titani.
Entrambi i sondaggi sono accomunati dal sentimento degli elettori democratici secondo cui Biden sarebbe troppo vecchio per ambire ad un secondo mandato: sempre più persone affermano che preferirebbero un altro candidato per sfidare Donald Trump. L’ex Presidente sembra in forma smagliante dal punto di vista dell’apprezzamento, dato che i suoi contendenti sono ampiamente distanti dalle percentuali del leader repubblicano. A dimostrazione del fatto che il campo dell’ultradestra trumpiana è quantomai decisivo nella politica Usa, con lo spettro di uno shutdown, lo Speaker della Camera Kevin McCarthy fa appello all’ala oltranzista del suo Partito per fermare lo stop alla spending bill che include fondi per l’apparato militare e la sicurezza nazionale.
È proprio quella parte politica che rischia di mettere in ulteriore difficoltà Biden, essendo — diversamente dalla leadership democratica — a dir poco scettica verso ulteriori aiuti all’Ucraina di Volodymyr Zelensky ricevuto negli States negli scorsi giorni, ma maggiormente in linea col sentimento comune degli elettori Usa. Come ben spiegato dalla CNN, dall’inizio dell’invasione della Russia a oggi è avvenuto un rovinoso declino nel supporto sia verso la figura del Presidente ucraino sia per gli aiuti militari a Kiev. Tra gli elettori del Grand Old Party, il 56% crede che gli States dovrebbero intervenire meno sulla drammatica vicenda ucraina: una schiacciate maggioranza che, se riportata ai sondaggi nazionali compiuti sui cittadini di entrambi gli schieramenti, può spiegare la diversità di vedute con l’attuale inquilino della Casa Bianca.
Secondo Gallup solo il 65% dei cittadini statunitensi desidera un ruolo primario di Washington sul piano internazionale, con il dato sensibilmente influenzato proprio dagli elettori che si identificano come Repubblicani. Infatti, rispetto al passato — con un picco a +80% registrato nel corso della Presidenza di George W. Bush e negli anni della cosiddetta guerra al terrore — è il 61% degli elettori dell’elefante che vorrebbe un leading/major role degli Usa sul palcoscenico globale. Una discesa nell’interesse degli Usa più attivi a livello macro specchio riflesso delle politiche trumpiane, da America First all’abbandono dei contesti multilaterali azzoppati nel quadriennio 2016-2020. Un’azione politica partita da lontano e arrivata ai giorni nostri, che potrebbe concretizzarsi pienamente nel 2024 se Trump dovesse spuntarla su Biden, considerando necessariamente tutte le eventualità del prossimo, lungo anno che separa dalle elezioni presidenziali.
Notoriamente i sondaggi rischiano di non rappresentare la realtà politica fattuale, specie a distanza di tempo dalle elezioni. Ciononostante, le rilevazioni sugli elettori degli Stati Uniti a poco più di un anno dalla tornata per le presidenziali, che verosimilmente porteranno a un faccia a faccia decisivo tra Joe Biden e Donald Trump, lanciano un grave allarme in casa democratica, non il primo ma oramai l’ultimo di una lunga serie. Secondo una lavorazione Washington Post/ABC, l’ex Presidente sarebbe in vantaggio di 10 punti, con l’attuale inquilino della Casa Bianca che mal starebbe agendo, secondo gli intervistati, in campo economico, sull’immigrazione e in politica estera, in particolar modo con quanto sta avvenendo in Ucraina.