La mossa di Hong Kong riaccende lo scontro tra le due realtà: non solo problematiche burocratiche ma anche politiche
L’ufficio per l’economia, il commercio e la cultura di Hong Kong (HKETCO) sull’isola di Taiwanchiude momentaneamente i battenti senza specifici chiarimenti, lasciando le porte aperte alle speculazioni sul perché le autorità dell’ex colonia britannica siano giunte a questa decisione. La struttura istituzionale di Hong Kong a Taipei venne inaugurata nel 2011, quando Presidente della Repubblica di Cina era Ma Ying-jeou del partito Kuomintang, su posizioni aperturiste verso Pechino.
I fatti recenti
La decisione va ad alimentare le tensioni già esistenti tra le due realtà, duramente esacerbate nel 2018 quando Hong Kong rifiutò l’estradizione di un suo cittadino sospettato dell’uccisione della compagna a Taiwan. A questo si aggiungono le proteste di Taipei, con Hong Kong sotto accusa per aver ignorato la richiesta di rinnovo dei permessi di lavoro allo staff consolare taiwanese nella città. Ma il nodo stavolta sarebbe la scelta di Taipei di non garantire al nuovo direttore dell’HKETCO un visto, per un posto rimasto vacante negli ultimi due anni.
E ancora, nei giorni scorsi il consiglio taiwanese per gli affari con la Cinaha denunciato i rischi esistenti nel fare affari con Hong Kong, specie all’indomani del congelamento degli asset, almeno 53 milioni di euro, del magnate Jimmy Lai, evidenziando inoltre che la legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino minaccia le proprietà e i beni dei residenti e degli investitori. Questo è stato il primo provvedimento emesso all’interno della legge sulla sicurezza voluto da Pechino che va a colpire un gruppo quotato in borsa.
La decisione sulla chiusura
Secondo alcune fonti, la scelta dello stop momentaneo alle attività dell’ufficio di Hong Kong a Taiwan è stata presa dal Constitutional and Mainland Affairs Bureau, entità responsabile delle relazioni tra la città e Taipei; presto potrebbero seguire la stessa strada le autorità di Macao. Nel comunicato si legge che il Governo della città “continuerà a gestire le richieste generali e di assistenza fatte dai residenti di Hong Kong a Taiwan, oltre a fornire ai residenti” dell’isola “informazioni relative a Hong Kong attraverso i servizi telefonici e il sito web GovHK”.
Nel frattempo, le autorità dell’ex colonia britannica negano che la decisione fosse legata al peggioramento della situazione pandemica sull’isola, motivo ulteriore che lascia intendere altre problematiche di carattere prettamente politico. Da Taiwan fanno sapere che “la decisione è stata presa unilateralmente da Hong Kong dopo anni di attività: per questo c’è rammarico”.
La mossa di Hong Kong riaccende lo scontro tra le due realtà: non solo problematiche burocratiche ma anche politiche
L’ufficio per l’economia, il commercio e la cultura di Hong Kong (HKETCO) sull’isola di Taiwanchiude momentaneamente i battenti senza specifici chiarimenti, lasciando le porte aperte alle speculazioni sul perché le autorità dell’ex colonia britannica siano giunte a questa decisione. La struttura istituzionale di Hong Kong a Taipei venne inaugurata nel 2011, quando Presidente della Repubblica di Cina era Ma Ying-jeou del partito Kuomintang, su posizioni aperturiste verso Pechino.
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