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Thailandia: risultato forte e chiaro alle urne


Move Forward, il partito di opposizione con il programma più liberale e le promesse di cambiamento più audaci, ha stravinto le elezioni di domenica 14 maggio. La Commissione elettorale ha ora sessanta giorni per approvare o respingere i risultati, come accaduto nel 2019 con grandi proteste della popolazione

Lorenzo Lamperti Lorenzo Lamperti
Direttore editoriale di China Files e coordinatore editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate tra cui Affaritaliani (di cui ha gestito la sezione esteri), Eastwest, il Manifesto e ISPI.

Move Forward, il partito di opposizione con il programma più liberale e le promesse di cambiamento più audaci, ha stravinto le elezioni di domenica 14 maggio. La Commissione elettorale ha ora sessanta giorni per approvare o respingere i risultati, come accaduto nel 2019 con grandi proteste della popolazione

Non è stata un’onda, ma uno tsunami, quello che si è abbattuto sul mondo politico thailandese. Le elezioni generali di domenica 14 maggio hanno registrato un risultato davvero storico. Non solo ha vinto l’opposizione, ma ha stravinto. Ed è clamoroso che per la prima volta dopo diverse tornate elettorali ad affermarsi alle urne non sia stato il Pheu Thai della celeberrima dinastia politica dei Shinawatra, ma Move Forward, un partito nato sull’onda delle proteste giovanili degli ultimi anni ma che ha saputo catalizzare evidentemente le preferenze della maggior parte di coloro che vogliono il cambiamento. E i thailandesi hanno dimostrato di volerlo eccome, quel cambiamento.

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