Per motivi di politica interna legati alla questione del debito, Joe Biden annulla l’incontro a Sidney fissato per il 24 maggio. Il Global Times commenta: “Il vertice previsto è stato annullato principalmente perchè il governo statunitense è in bancarotta”
Sabato 20 maggio, a margine del G7 di Hiroshima, si è tenuto anche il Quad. L’incontro tra Giappone, Stati Uniti, India e Australia si sarebbe dovuto svolgere il 24 Maggio a Sidney, ma Joe Biden ha dovuto disdire a causa della crisi del tetto del debito americano, un problema troppo urgente che va risolto il prima possibile.
Così, durante il G7, il primo ministro australiano Anthony Albanese e il leader indiano Narendra Modi – entrambi invitati a partecipare al vertice del G7 come ospiti – si sono uniti al primo ministro Fumio Kishida e a Biden per il terzo incontro di persona dei leader del Quad. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che, nonostante la disdetta, era comunque importante che i leader dei rispettivi paesi si parlassero : “Il Quad è un organismo importante e vogliamo assicurarci che si svolga a livello di leadership”.
Nonostante ciò, anche se inespresso, rimane dell’amaro in bocca. La retromarcia di Biden sminuisce l’importanza del meeting agli occhi del mondo e degli altri partecipanti. Il messaggio è arrivato anche alla Cina: il Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, non ha perso l’occasione per mettere l’accento su questo aspetto, affermando come “la cancellazione del vertice di Sydney è un presagio del destino del Quad”. Soprattutto, il tabloid del partito cerca di mettere il coltello nella piaga, ponendo l’attenzione su come il meeting sia saltato a causa dei problemi interni statunitensi; “Il vertice previsto è stato annullato principalmente perché il governo statunitense è in bancarotta” ha riportato, affiancando al tutto una vignetta satirica che allude a come i problemi interni interni – in questo caso legati alla crisi del tetto del debito – rallentino la diplomazia Usa.
Il tabloid cinese, riflette su una questione importante, ovvero su come i media occidentali si siano precipitati a parlare di come il mancato incontro fosse una vittoria per l’influenza di Pechino. Secondo il Global Times, questa è la dimostrazione che gli osservatori occidentali in primis non hanno una grande opinione del Quad, il quale assume valore solo rispetto al contenimento della Cina.
Effettivamente, questo ultimo punto centra il bersaglio. Finché la Cina manterrà un approccio assertivo e revisionista, sia nella regione asiatica che a livello globale, il Quad avrà motivo di esistere. Per questo, lo smacco di Biden non va a minare la ragion d’essere dell’alleanza (informale) militare, che comunque avrà modo di parlarsi. Anzi, il dialogo avverrà marginalmente ad un altro evento, il G7, in cui il contenimento della Cina è uno degli argomenti principali.
Il percorso a ostacoli del QUAD
Il QUAD è progetto in divenire, che fino ad ora ha avuto un percorso frastagliato. La sua nascita risale al 2007, quando dopo una cooperazione iniziale sui soccorsi in caso di calamità, i suoi quattro membri – Usa, Australia, India e Giappone – si incontrarono per un “dialogo quadrilaterale” sulle questioni di sicurezza. Fin da subito, in molti scommettevano sul naufragio del blocco. E avevano ragione. L’India, non allineata e sospettosa di tutto ciò che sapeva di alleanza, era indisposta. Il colpo di grazia, però, lo diede l’Australia, che si tirò fuori dal gruppo un anno dopo, nel 2008, per non fare un torto alla Cina.
Erano tempi diversi, Pechino aveva una postura internazionale diversa e non era ancora concepita come una minaccia sistemica dall’Occidente. Da allora, però, la Cina ha continuato la sua ascesa e ha sempre di più mostrato i muscoli, soprattutto nella regione orientale. Tutti e quattro i membri hanno visto, con il tempo, un graduale deterioramento delle proprie relazioni con la Cina. In un mix tra questioni di sicurezza ed economiche, le tensioni con la Cina sono cresciute, dando ai 4 paesi una ragione concreta per riunirsi. Così, nel 2017, il Quad è tornato in scena.
C’è futuro per il Quad?
Sarebbe avventato trarre conclusioni a lungo termine sul futuro del Quad. Negli ultimi due anni, l’alleanza ha visto dei cambiamenti importanti, passando dall’essere un canale di coordinamento di basso profilo a un colloquio tra i vari leader. Fino ad adesso, il Quad non si è dato una reale struttura, rimanendo di fatto un’alleanza informale. Per i suoi critici questa è una debolezza, che impedisce ai suoi membri di parlare con una voce coesa. Allo stesso tempo, però, da altri commentari questo aspetto è visto come una forza, nonché nell’interesse di tutti i membri: infatti, tutti e quattro considererebbero la natura flessibile del raggruppamento un vantaggio. Un’alleanza di scopo, che permetta di lavorare congiuntamente sulle questioni condivise, senza forzare un allineamento su altre, data comunque la sostanziale differenza di interessi e priorità tra gli attori coinvolti. A riguardo, è utile la risposta data dal Primo Ministro indiano Modi a una domanda ricevuta durante questo G7 riguardo alla partecipazione dell’India a diversi raggruppamenti, come il Quad e l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai; Modi ha affermato che Nuova Delhi non si è mai legata ad una alleanza di sicurezza “al contrario, ci impegniamo con un’ampia gamma di amici e partner che la pensano al nostro stesso modo in tutto il mondo, sulla base dei nostri interessi nazionali”, ha dichiarato.
Il collante dell’alleanza resta principalmente uno: tutti concordano sul fatto che una regione dominata da Pechino è uno scenario da evitare. Questo suggerisce che, fino a quando Pechino continuerà a mostrare i muscoli, il Quad continuerà a essere una parte importante del panorama securitario dell’Indo-Pacifico, prescindendo anche da eventuali cambi di amministrazione negli Usa, dato che una delle poche cose che unisce Repubblicani e Democratici è il timore verso il revisionismo cinese. Ciononostante, i risultati osservabili raggiunti dal Quad sono limitati. Sicuramente, per quanto riguarda la Cina, l’alleanza non ha scoraggiato Pechino dal far valere le sue ambizioni e minacciare i suoi membri.
Così, durante il G7, il primo ministro australiano Anthony Albanese e il leader indiano Narendra Modi – entrambi invitati a partecipare al vertice del G7 come ospiti – si sono uniti al primo ministro Fumio Kishida e a Biden per il terzo incontro di persona dei leader del Quad. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che, nonostante la disdetta, era comunque importante che i leader dei rispettivi paesi si parlassero : “Il Quad è un organismo importante e vogliamo assicurarci che si svolga a livello di leadership”.